Il ciclo di audizioni sulla Legge di Bilancio ha lasciato spazio a spunti critici arrivati da diverse parti (Banca d’Italia, Comuni, parti sociali). Innanzitutto, dubbi sulle stime (simili a quelli formulati dalla commissione UE), critiche su misure chiave come il reddito di cittadinanza e le pensioni, analisi delle novità fiscali.
Partiamo dai conti. Sono scettici sulla possibilità di centrare l’obiettivo di crescita 2019 all’1,5% inserito in Legge di Bilancio il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, la Corte dei Conti, l’ISTAT, l’Ufficio parlamentare di Bilancio, secondo cui, per centrare l’obiettivo di crescita:
il PIL dovrebbe aumentare per tutti e quattro i trimestri del 2019 dello 0,5%», una sequenza «che non si realizza in Italia dalla fine degli Anni Novanta.
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Bankitalia e Confindustria negative anche sul reddito di cittadinanza (che, lo ricordiamo, viene finanziato ma si rimanda a un successivo testo legislativo la messa a punto delle regole sull’assegno da 780 euro al mese). Come segnala la Banca centrale:
Data l’entità delle risorse stanziate, sarà particolarmente importante disegnarlo in modo tale da non scoraggiare l’offerta di lavoro regolare prevedendo incentivi efficaci e adeguati controlli per evitare abusi-
Confindustria segnala il rischio che non sia adeguatamente incentivata la centralità del lavoro, l’ISTAT sottolinea la differenza fra proprietari di casa e affittuari (il Governo aveva anticipato l’intenzione di applicare una penalizzazione). L’Ufficio parlamentare di bilancio rileva che il REI (il reddito di inclusione attualmente in vigore) è il più basso tra i paesi europei, mentre i 780 euro di reddito di cittadinanza catapultano dal 2019 l’Italia in cima alla classifica europea.
La quota 100 solleva perplessità sul fronte della sostenibilità e non solo. Anche i sindacati avanzano ulteriori richieste (proroga per alcune categorie destinatarie dell’APE sociale, misure per le donne e le pensioni future dei giovani).
Fra le altre osservazioni, la Corte dei Conti rileva come il 44% della manovra (oltre l’86% della maggiore spesa corrente), ovvero la parte che riguarda il reddito di cittadinanza e la revisione del sistema pensionistico, troverà attuazione in provvedimenti collegati che saranno presentati in seguito:
la valutazione potrà essere condotta, quindi, solo quando saranno note le caratteristiche degli interventi previsti e si potrà apprezzare la adeguatezza delle risorse stanziate.