Con la busta paga di novembre i dipendenti con debiti derivanti dal Modello 730 pagano il secondo acconto delle imposte sui redditi: entro la scadenza del 30 novembre, infatti, i sostituti d’imposta devono effettuare la trattenuta sullo stipendio dei propri lavoratori, sia statali che del settore privato, qualora emergano somme dovute.
Si tratta delle imposte sui redditi, relative all’IRPEF e/o alla cedolare secca, così come calcolati in base alla dichiarazione presentata.
L’opzione per richiedere al datore di lavoro di non applicare la trattenuta o di farsela applicare con un importo inferiore è infatti ormai scaduta. Vediamo dunque chi subirà una trattenuta sullo stipendio.
Trattenute IRPEF in busta paga
Queste somme, trattenute dal datore di lavoro in busta paga, sono calcolate annualmente in base dei redditi dichiarati nell’anno precedente. Per questo si parla di acconti. Nel caso il cui un dipendente preveda di sostenere nel nuovo anno delle spese detraibili maggiori oppure di percepire redditi inferiori rispetto all’anno precedente, può darne comunicazione preventiva al datore di lavoro chiedendo di modificare importo del successivo acconto o di non applicarlo.
Bisogna però rispettare le scadenze fiscali previste, per dare tempo al sostituto d’imposta di effettuare i calcoli del caso. Per il 2023, il termine ultimo per esercitare tale opzione è scaduto il 10 ottobre.
Secondo acconto IRPEF
In caso di lavoro dipendente, è direttamente il datore di lavoro, al posto dell’Agenzia delle Entrate, in qualità di sostituto di imposta, a trattenere dalla retribuzione le somme dovute a titolo di IRPEF o cedolare secca sulla base dei risultati contabili emersi dalla dichiarazione dei redditi (modello 730/4 e/o dichiarazioni integrative) dell’anno precedente.
Il secondo acconto IRPEF, tra l’altro, non può essere rateizzato e pertanto la somma dovuta viene addebitata integralmente. Nel caso in cui invece si sia scelto di pagare a rate il primo (eventuale) acconto e le imposte collegate al reddito comprensive addizionali regionali e comunali, sullo stipendio/pensione di novembre peserà anche il saldo di questa opzione.
La scadenza viene differita a dicembre solo in caso di incapienza (imposte superiori alla retribuzione), ma con la maggiorazione dello 0,40%. In quello stesso mese, poi, sono previsti anche i conguagli di fine anno.
Quando si paga l’acconto IRPEF
L’acconto IRPEF segue le seguenti norme:
- nessun acconto in caso di IRPEF non superiore a 51,65 euro;
- pagamento in unica soluzione, al 30 novembre, in caso di IRPEF compresa tra 51,65 e 257,52 euro;
- pagamento in due rate (40% a luglio rateizzabile, 60% a novembre non rateizzabile), in caso di IRPEF superiore a 257,52 euro.