Si apre una nuova prospettiva per le Pmi che vogliono accedere al mercato unico, in tema di appalti pubblici nella Ue: la Commissione Europea ha avviato un progetto pilota – denominato Peppol (Pan European Public Procurement on-Line) – in otto Paesi, con l’obiettivo di collegarne i rispettivi sistemi nazionali per l’erogazione di appalti pubblici elettronici (e-appalti).
L’investimento si aggirerà intorno ai 19 milioni di euro, per la durata di tre anni. La Commissione Ue contribuirà con 9,8 milioni di euro provenienti da programma “Competitività e innovazione”.
Attualmente, la percentuale di appalti pubblici aggiudicati da Pmi, è ferma al 42%.
Permettere ai vari sistemi nazionali di interagire significa effettuare un nuovo e importante passo verso la realizzazione del cosiddetto mercato unico europeo, abbattendo il muro di oneri amministrativi in cui spesso si imbattono le Pmi in cerca di nuove opportunità.
Considerato che oltre il 16% del prodotto interno lordo (Pil) della Ue è costituito dagli appalti pubblici, quelli elettronici consentiranno di abbattere i costi amministrativi e di transazione, rendendo gli appalti pubblici più semplici, aperti e trasparenti a livello nazionale.
Il progetto è volto quindi a far sì che le imprese di Austria, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Italia e Norvegia possano partecipare indifferentemente agli appalti pubblici del proprio o degli altri paesi.
Il tutto, basandosi sui sistemi nazionali di appalti elettronici, senza però sostituirli ma soltanto mettendoli in comunicazione tra di loro.
Sarà così possibile ottenere notevoli vantaggi in termini di semplificazione delle procedure e condizioni eque per le Pmi, tali da incentivare la propria competitività.
Quest’ultimo punto ricopre un’importanza fondamentale in quanto le Pmi rappresentano la spina dorsale dell’economia europea, con il 67% di posti di lavoro nel settore ed il 58% di fatturato nella Ue.