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Tria all’UE: la manovra farà salire il PIL

di Barbara Weisz

22 Ottobre 2018 15:51

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Il Governo italiano non modifica i numeri del DEF, la crescita 2019 è confermata, trainata dalle misure espansive previste dalla Legge di Bilancio: la risposta del Governo alla lettera dei commissari UE.

Il Governo italiano ha risposto alla Commissione UE confermando i target di bilancio, quindi il deficit 2019 resta al 2,4% così come le previsioni di crescita rimangono all’1,6%. Nella lettera con cui il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha risposto ha risposto ai rilievi formulati dal vicepresidente, Valdis Dombrovskis e dal commissario UE agli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici, viene ribadita l’impostazione della Legge di Bilancio approvata dall’Esecutivo lo scorso 15 ottobre, vengono fornite le argomentazioni a sostegno della previsione di PIL e viene sottolineata la totale volontà di rispettare regole e impegni europei nella consapevolezza che «il posto dell’Italia è in Europa e nell’area euro», come si legge in conclusione della missiva.

La lettera che i due esponenti dell’Esecutivo comunitario hanno inviato a Roma il 18 ottobre chiedeva appunto una risposta a stretto giro di posta che argomentasse meglio le scelte di politica economica, che presentano uno scostamento significativo dal fiscal compact.

Deficit e PIL

Nella lettera di Tria si legge:

Il Governo italiano è cosciente di aver scelto un’impostazione della politica di Bilancio non in linea con le norme applicative del patto di stabilità e crescita.

Lo ha fatto con il preciso obiettivo di recuperare i livelli pre-crisi, attuando le parti qualificanti del programma di Governo:

Che prevede di discostarsi dal sentiero di aggiustamento strutturale nel 2019 ma non intende espandere ulteriormente il deficit strutturale nel biennio successivo e si impegna a ricondurre il saldo strutturale verso l’obiettivo di medio termine a partire dal 2022.

La dinamica del PIL è ovviamente cruciale quando si valutano gli sviluppi del rapporto debito/PIL.

PIL che per il prossimo triennio è visto in calo, soprattutto in considerazione «delle misure a favore della crescita che verranno introdotte nella prossima Legge di Bilancio».

Legge di Bilancio e crescita

In generale, Tria ricorda che l’Ufficio parlamentare di bilancio ha confermato le previsioni a legislazione vigente. Il motivo fondamentale per cui non ha approvato la manovra, chiedendo quindi spiegazioni all’Esecutivo, riguarda l’impatto delle Legge di Bilancio sulla crescita. In termini aggregati, a fronte di una finanziaria che fa aumentare il deficit di 1,2 punti:

Un impatto sulla crescita di 0,6 è del tutto in linea con le stime usuali dei moltiplicatori di bilancio.

Investimenti pubblici

Viene sottolineato poi che un punto qualificante della manovra è rappresentato dagli investimenti pubblici, in aumento di 0,2 punti nel 2019 e di 0,3 punti dal 2020, che verrà stimolato da appositi strumenti: una centrale per la progettazione delle opere pubbliche (una sorta di task force, che fornirà servizi e assistenza tecnica alle amministrazioni) e la riforma del Codice Appalti.

In definitiva, il Governo si dice:

Fiducioso di poter far ripartire gli investimenti e la crescita del PIL, e che il recente rialzo dei rendimenti sui titoli pubblici verrà riassorbito quando gli investitori conosceranno tutti i dettagli delle misure previste in manovra.

L’impegno del Governo

In ogni caso, se il rapporto deficit/PIL e quello fra debito e PIL non dovessero evolvere in linea con quanto programmato, l’Esecutivo:

Si impegna a intervenire adottando tutte le necessarie misure affinché gli obiettivi indicati siano rigorosamente rispettati.

Seguono rassicurazioni sul dialogo costruttivo e leale e sull’impegno dell’Italia in Europa.

A questo punto,  Bruxelles dovrà valutare con attenzione la risposte ed esprimere le valutazioni sulla manovra italiana a fine ottobre. Il cartellino giallo rappresentato dagli avvertimenti delle ultime settimane potrebbe portare a una procedura di infrazione, che però con ogni probabilità si aprirebbe in primavera (una bocciatura vera e propria della manovra prima dell’approvazione del parlamento sarebbe un atto molto duro, e probabilmente senza precedenti).