La questione dei lavoratori esodati sorta in seguito alla Riforma delle Pensioni dell’ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero (Governo Monti), non è ancora del tutto chiusa e ancora sono in fase di valutazione le domande di accesso all’ottava salvaguardia che ora, a due anni dalla sua approvazione, viaggia verso la chiusura.
Ottava salvaguardia in numeri
Un’ottava salvaguardia che metteva inizialmente a disposizione 30.700 posti – limite complessivamente rideterminato in 16.294 unità – ha visto accolte 14.780 domande, con oltre 20mila istanze respinte per mancanza dei requisiti, secondo quanto si evince dall’aggiornamento del report sulla situazione degli esodati, con riferimento all’ottava salvaguardia, reso noto in questi giorni dall’INPS.
Al 3 settembre 2018, risultano solo 335 domande ancora da valutare con 10.070 pensioni già in pagamento, la maggior parte delle quali riguardanti lavoratori del settore privato, per un costo complessivo che, ad agosto 2018, superava di poco gli 83 milioni di euro.
Nuova salvaguardia?
Ad oggi sono dunque ancora numerosi i lavoratori esclusi dalla salvaguardia, seppur rientranti nella folta schiera dei penalizzati dalla Riforma Pensioni Fornero, avendo siglato accordi per l’esodo prima del 31 dicembre 2011 con l’idea che avrebbero avuto accesso entro pochi anni alla pensione, secondo le regole previgenti. In gran parte si tratta di donne del settore privato e di lavoratori che non hanno potuto accedere neanche all’APe Social o alla quota 41, non avendo i requisiti necessari.
Poichè delle oltre 20mila domande respinte, circa 15mila apparterrebbero a lavoratori che hanno lasciato il lavoro dopo la Legge Fornero (quindi non ammissibili a salvaguardia), restano circa 6.000 esodati reali, usciti dal lavoro prima della Riforma Fornero. Lavoratori per i quali i sindacati chiedono una nona salvaguardia, definitiva, anche a fronte dell’ampio sottoutilizzo delle risorse stanziate per la precedente salvaguardia pensionistica.
A fronte dei circa 2.000 posti non assegnati, infatti, il Governo avrebbe 120 milioni da utilizzare per una nuova salvaguardia, in aggiunta ai risparmi che sono stati messi al Fondo Sociale per l’Occupazione (FOSF) – pari a 776 milioni di euro – che i rappresentanti dei Comitati Esodati chiederanno ufficialmente al Ministro Luigi Di Maio, nell’incontro del 18 ottobre, di utilizzare per una nona salvaguardia.