Il rapporto deficit/PIL resta al 2,4% solo per il 2019, nei due anni seguenti è destinato a ridursi e nei prossimi anni il Governo lavorerà a una sensibile riduzione del debito: sono le ultime novità sul fronte del DEF, ovvero l’aggiornamento del Documento di Economia e Finanza approvato nei giorni scorsi ma di cui al momento non si conosce il testo (atteso a breve). La situazione comunque sembra si stia appianando. Il Governo si è riunito il 2 ottobre in un vertice dedicato alla Legge di Bilancio per il 2019 con l’obiettivo di:
disegnare la manovra in modo da accelerare la discesa del rapporto debito/PIL in modo consistente nell’arco del triennio.
Oggi, 3 ottobre, nuovo vertice, al termine del quale è lo stesso premier, Giuseppe Conte, a confermare l’aggiustamento (fondamentale) sul fronte del deficit, che resta al 2,4% nel 2019 ma che nei due anni successivi si ridurrà al 2,1% nel 2020 e all’1,8% nel 2021. In questo andamento, aggiunge il ministero dell’Economia, Giovanni Tria, ci sono investimenti addizioonali pari allo 0,2% nel 2019, 0,3 nel 2020 e 0,4 nel 2021. Quindi, «puntiamo ad avere gli investimenti pubblici come strumento principale per lavorare sulla crescita».
Sullo sfondo, il viaggio del ministro Tria in Lussemburgo per la consueta riunione dell’Eurogruppo, occasione per le prime reazioni dell’Europa alle nuove stime sui conti, criticate dal presidente della commissione Jean Claude Juncker e dal titolare europeo delle Finanze, Pierre Moscovici.
In realtà, ha dichiarato il vicepremier Matteo Salvini, «l’idea di abbassare il deficit a partire dal 2020 dopo aver fissato il rapporto deficit/PIL al 2,4% per il 2019, è sempre stato nei piani dell’esecutivo». L’aggiustamento, aggiunge il vicepremier Luigi Di Maio, non penalizzare gli obiettivi fondamentali della manovra. Sul fronte della Legge di Stabilità vera e propria, dunque, si confermano le misure annunciate, ovvero: riforma pensioni, flat tax, reddito di cittadinanza.
A brevissimo si conosceranno i dettagli DEF, quando sarà pronto il testo definitivo da presentare al Parlamento e alla Commissione UE per poi procedere con la manovra economica per il 2019, da approvare entro il 15 ottobre.