La Legge di Bilancio 2019 conterrà un taglio delle tasse per le imprese: l’IRES passerà al 15%, ma solo nel caso in cui l’azienda reinvesta gli utili per acquistare nuove attrezzature o effettuare nuove assunzioni. L’ultima conferma arriva dal viceministro all’Economia Massimo Garavaglia, che ha rilanciato questa ipotesi a margine di un convegno di Confartigianato.
Dopo che, nelle scorse settimane, dal mondo delle imprese (in particolare Confindustria) erano arrivate critiche al Governo sulle politiche industriali, il dibattito e le anticipazioni sulle misure per le imprese inserite in manovra diventa più fitto. Facciamo il punto.
Le misure fondamentali dovrebbero essere la riduzione IRES, un taglio del cuneo fiscale e l’operazione di flat tax per le Partite IVA. In tutti i casi non ci sono dettagli, solo indicazioni sul fatto che i tecnici del Governo sono al lavoro per modulare le misure in modo da rispettare i vincoli comunitari sui conti pubblici.
Il taglio IRES, come detto, dovrebbe riguardare solo le imprese che reinvestono gli utili, che pagherebbero il 15% invece dell’attuale aliquota al 24%.
Bisogna capire con maggior precisione quali tipologie di investimento saranno incentivate: si è parlato di acquisto di nuovi macchinari e di assunzioni. In pratica, la ratio sembra quella di proseguire con gli sforzi fatti negli ultimi anni per sostenere la competitività del sistema produttivo, con una sorta di superammortamento strutturale.
Non è però chiaro in che modo le misure in arrivo si coordineranno con gli incentivi fiscali già esistenti. L’acquisto di nuovi macchinari è già fiscalmente incentivato dagli ammortamenti Industria 4.0 e dalla nuova Sabatini per le PMI, che l’esecutivo ha annunciato di voler prorogare.
Per quanto riguarda gli ammortamenti, probabilmente ci saranno rimodulazioni rispetto all’attuale norma, in base alla quale il supermmortamento per l’acquisto di nuovi macchinari è al 130% mentre l’iperammortamento per gli investimenti in macchinari digitali in chiave industria 4.0 è al 250%.
Per quanto riguarda le Partite IVA, invece, ci sono maggiori certezze, nel senso che sull’innalzamento del tetto di reddito per i forfettari sembra ormai esserci una visione unitaria da parte delle forze di maggioranza.
Al posto dell’attuale sistema, in base al quale l’aliquota si applica in base a tetti differenziati per le diverse categorie di autonomi, si pensa ad applicare il 15% a tutti coloro che guadagnano fino ad almeno il doppio.
Sulla quantificazione del limite reddituale ci sono diverse ipotesi (65mila euro, 80mila euro, 100mila euro), così come non si esclude una progressione dell’aliquota al di sopra di una certa cifra.