Tratto dallo speciale:

Negozi chiusi domenica e festivi: verso la legge

di Barbara Weisz

7 Settembre 2018 15:22

logo PMI+ logo PMI+
Ecco tutte le proposte di legge per l'obbligo di chiusura domenicale e nei festivi degli esercizi commerciali: meno liberalizzazione per favorire i piccoli negozi.

Più di una proposta di legge, in commissione Attività Produttive della Camera, mira a far tornare l’obbligo di tenere i negozi chiusi la domenica e nei giorni festivi (due di maggioranza, una del PD e una di iniziativa popolare), con ipotesi diverse di rimodulazione delle attuali norme, che prevedono invece la liberalizzazione degli orari.

Obiettivo: tutelare le piccole attività commerciali che non hanno la possibilità di tenere aperto anche nei festivi.

Proposte di maggioranza

Sia la proposta leghista sia quella del Movimento 5 Stelle prevedono di ripristinare l’obbligo di chiusura domenicale. La norma messa a punto dai rappresentanti del Carroccio prevede che siano le Regioni, d’intesa con gli enti locali, a mettere a punto un piano per la regolazione degli orari di apertura dei negozi, che preveda la chiusura domenicale e nei giorni festivi.

In base alla proposta, è possibile prevedere delle deroghe, ad esempio per il mese di dicembre e per altre quattro giornate festive nel corso dell’anno. Questi obblighi non si applicherebbero comunque alle località turistiche e ai piccoli comuni montani.

Anche il testo del M5S prevede l’esclusione degli esercizi commerciali che si trovano nelle località turistiche, mentre è più flessibile sul ripristino dell’obbligo generale, che va modulato sempre attraverso un piano regionale, prevedendo una rotazione nei giorni di apertura domenicali e festivi. Per ogni settore merceologico, potrebbe rimanere aperto il 25% degli esercizi presenti nel Comune di appartenenza, senza superare i 12 giorni festivi annui.

Altre proposte

La proposta di legge popolare elimina semplicemente la liberalizzazione, ripristinando quindi l’obbligo di tenere i negozi chiusi nei festivi.

Il PD lascia invece la liberalizzazione degli orari, escludendo però alcune festività: primo gennaio, 6 gennaio, 25 aprile, domenica e lunedì di Pasqua, primo maggio, 2 giugno, 15 agosto, primo novembre, 8, 25 e 26 dicembre. E’ prevista un’ulteriore flessibilità: ogni negozio può decidere sei giornate annue di apertura anche nei festivi tutelati dall’obbligo.