Il Governo recepisce la battaglia contro le false cooperative portata avanti dalle associazioni di settore e annuncia il recepimento di un decreto messo a punto dall’Alleanza delle Cooperative. Lo ha annunciato il ministero dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, in occasione dell’assemblea nazionale dell’Alleanza delle Cooperative.
In base ai calcoli, le false cooperative sfruttano 100mila lavoratori, eludono il Fisco per oltre 750 milioni di euro e rischiano di far morire di legalità oltre 4mila cooperative della logistica e del welfare che operano correttamente sul mercato.
Da qui l’esigenza di una proposta di legge di iniziativa popolare,ferma in Parlamento da 18 mesi, che prevede la cancellazione dall’albo nazionale degli enti cooperativi, istituito presso il MiSE, per le imprese che non si sottopongono a revisioni e ispezioni.
«Siamo gli unici a chiedere misure severe sull’illegalità nel fare impresa – dichiarano i vertici dell’Alleanza delle Cooperative -, invece dovrebbe interessare anche altri dal momento che sono 3,3 milioni i lavoratori sfruttati in Italia. Ci troviamo non solo di fronte a false coop, ma anche a false imprese».
«Voi non siete solo business ma anche valori radicati nelle comunità in cui lavorate, a nome del governo confermo tutto il sostegno per favorire la crescita del movimento cooperativo» ha risposto il vicepremier Di Maio, sottolineando come queste aziende siano state «resilienti nel corso della crisi», e dal 2007 in avanti abbiano creato occupazione mentre altre imprese la perdevano.
Maurizio Gardini, presidente dell’associazione, insieme ai copresidenti Mauro Lusetti e Brenno Begani, forniscono ulteriori dati:
i workers buyout, le cooperative tra gli ex dipendenti che rilevano le aziende in default, rigenerano occupazione con un investimento di 13mila euro per ciascun lavoratore. Aspetto ancora più importante: per un euro investito, ne tornano sette in termini di gettito fiscale e previdenziale.
L’associazione esprime anche il suo parere sul Decreto Dignità appena approvato dal Governo, che sta proseguendo l’iter di conversione in legge alla Camera: bene la norma antidelocalizzazioni, accordo sull’obiettivo di contrasto alla precarietà, anche se ci vorrebbero
strumenti più efficaci rispetto alla reintroduzione delle causali storicamente fonte di contenzioso tra imprese e lavoratori,su circa 280mila contratti di lavoro già in essere pende l’effetto delle norme transitorie.
Sì alle norme per favorire la stabilizzazione dei contratti a termine, annunciate nelle scorse settimane dallo stesso ministro Di Maio, che ha parlato di incentivi fiscali.
Infine, i voucher lavoro, che sono uno strumento utile se utilizzati correttamente, ovvero limitati al lavoro occasionale. E’ invece da monitorare l’uso che viene fatto dalle false imprese, che invece rendono gli stessi voucher
uno strumento nocivo per il mercato e per i lavoratori.