Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia

di Anna Fabi

12 Luglio 2018 10:20

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Il Rapporto annuale sulla presenza straniera in Italia conferma l’importanza dei cittadini comunitari ed extracomunitari per il sistema occupazionale italiano.

Pubblicato dal Ministero del Lavoro l’ottavo Rapporto annuale “Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia” realizzato in collaborazione istituzionale tra la Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione, la Direzione Generale dei Sistemi Informativi, dell’Innovazione Tecnologica, del Monitoraggio dati e della Comunicazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’INPS, l’lNAIL, Unioncamere e Anpal Servizi SPA.

Stranieri in Italia

L’analisi evidenzia come ad oggi la popolazione straniera residente in Italia al 1° gennaio 2017 ammonti a 5,047 milioni di persone, pari all’8,3% della popolazione complessiva. Tra il 2016 e il 2017 la popolazione residente nazionale ha subito una lieve diminuzione (-0,2%), al contrario quella straniera ha registrato un incremento dell +0,4% pari a circa 21 mila unità.

Gli stranieri in Italia provengono principalmente dal Marocco (455 mila cittadini), dall’Albania (442 mila), dalla Cina (319 mila), dall’Ucraina (234 mila), dalle Filippine (162 mila) e dall’India (158 mila).

I flussi migratori regolari di cittadini non comunitari che sono entrati in Italia nel 2016, risultano in diminuzione rispetto ai 12 mesi precedenti (226.934 unità, contro le 238.936 unità del 2015 e le 248.323 unità).

Mercato del lavoro

Se durante gli anni della crisi la componente straniera nel mercato del lavoro ha avuto un effetto compensativo rispetto alla contrazione occupazionale che ha investito la componente italiana, ora si osserva un’inversione di tendenza: l’incremento dell’occupazione straniera mostra un andamento sincronico rispetto alla crescita dell’occupazione nativa.

Anzi, nel 2017, per la prima volta, il tasso di crescita dell’occupazione italiana è maggiore di quello dell’occupazione straniera considerata nel suo insieme, dunque la centralità che la forza lavoro straniera aveva avuto nel mantenere su livelli positivi i trend occupazionali sembra ridursi, in ragione di una più decisa crescita dell’occupazione nativa.

Il Rapporto segnala inoltre un netto calo del numero di cittadini stranieri in cerca di lavoro: da 436.853 persone nel 2016 a 405.816 nel 2017, con una contrazione pari al -7,4% per la componente comunitaria e del -7% per quella extracomunitaria, contro il -2,9% dei cittadini nativi.

In calo anche i cittadini stranieri inattivi che passano a 1.712 unità tra gli UE (pari a -0,5%) e a 30.377 unità tra gli Extra UE (pari a -3,6%). Il tasso di occupazione per i cittadini stranieri UE è pari al 63,8% (+0,5 % rispetto al 2016) e al 59,1% per i non UE (+1,3 %). Nel 2017 il tasso di disoccupazione straniera è diminuita con una percentuale delle persone in cerca di lavoro di cittadinanza UE che è passata dal 14,1% del 2016 al 13,1% del 2017 e di non comunitari passata dal 16,0% del 2016 al 14,9% del 2017.

A livello settoriale l’incidenza percentuale degli occupati è rilevante soprattutto in “Altri servizi collettivi e personali” (37,3% nel 2017), seguono “Alberghi e ristoranti” (18,5%), “Agricoltura” (16,9%) e “Costruzioni” (16,6%).

La maggioranza degli stranieri occupati in Italia svolge un lavoro alle dipendenze e più del 70% ricopre la posizione di operaio, mentre è scarsa la presenza di occupati impiegati in ruoli dirigenziali e simili: appena lo 0,4% degli occupati è dirigente e lo 0,7% quadro, a fronte dell’1,9% e del 5,8% degli italiani.

Le famiglie e il mercato del lavoro

A livello aggregato il 57,5% delle famiglie italiane comprende tra i suoi componenti almeno un lavoratore a fronte dell’84,5% delle famiglie costituite da soli cittadini stranieri. Non si rilevano differenze sostanziali tra le “coppie con figli” (la quota di nuclei composti di soli individui di cittadinanza italiana con almeno un occupato è dell’89,8%, a fronte del 93,5% relativo alla medesima tipologia di soli stranieri), mentre la partecipazione al mercato del lavoro dei nuclei costituiti da cittadini stranieri è considerevolmente maggiore rispetto alle corrispondenti famiglie italiane nei casi di “persone sole” (33,3%, a fronte del 77,3%) e “coppie senza figli” (38,6%, a fronte dell’89,8%).

La domanda di lavoro

Nel 2017 le attivazioni di rapporti di lavoro di cittadini stranieri registrate dal Sistema Informativo Statistico delle Comunicazioni Obbligatorie sono state 2.057.584, di cui 744.981 relative a lavoratori comunitari (36,2%, pari al +1,6% sul 2016) e 1.312.603 a lavoratori non comunitari (63,8%, +13,7%).

Risultano in aumento soprattutto i rapporti di lavoro a tempo determinato, di apprendistato e intermittente, mentre il volume delle assunzioni a tempo indeterminato nel caso dei lavoratori stranieri UE si riduce del 9,5%, degli Extra UE del 7,1%, (-8,4% nel caso degli italiani).

L’incidenza percentuale sul totale delle persone in cerca di lavoro con cittadinanza comunitaria è pari al 60,7% e al 53,1% nel caso dei non comunitari.

Cessazioni, dimissioni e licenziamenti

Cessazioni e dimissioni dei cittadini non comunitari sono pari al 16,2% del totale (11,0% nel caso dei comunitari), mentre i licenziamenti hanno interessato soprattutto i cittadini non UE rispetto agli UE (rispettivamente 16,3% e 12,8%). Nel 2017, rispetto all’anno precedente, si registra una contrazione delle cessazioni dovute a licenziamento nel caso dei lavoratori comunitari (-1,7%) e un incremento nel caso dei non comunitari (+2,2%). Le dimissioni aumentano sia nel caso dei cittadini stranieri UE (+5,3%) che di quelli non UE (+0,4%).

Geografia del lavoro straniero

La più elevata incidenza di soggetti datoriali che hanno assunto stranieri si rileva nelle regioni del Trentino-Alto Adige (35,7%), Emilia-Romagna (29,2%), Toscana (26,7%), più contenuta la quota nel Mezzogiorno ed in particolare in Sardegna (5,6% dei datori di lavoro), Sicilia (10,7%) e Campania (10,0%). Inoltre, il 44,4% delle 345.612 aziende che hanno assunto stranieri ha attivato un solo contratto, circa il 18% ha effettuato due assunzioni di stranieri nell’anno e l’8,7% più di 11.

Ammortizzatori sociali

Stando ai dati INPS relativi al numero di cittadini non comunitari che godono di strumenti di sostegno al reddito, rispetto al 2016 sono diminuiti i percettori di indennità di mobilità (-43,3%) e i beneficiari di integrazione salariale ordinaria (-15,6%) e straordinaria (-51,7%), mentre sono aumentati i percettori di NASpI (+19,4%) e, tra il 2015 e il 2016, i beneficiari di indennità di disoccupazione agricola (+2,6%).

Politiche attive per il lavoro

Nel 2017 dichiarano di aver avuto almeno un contatto con i servizi pubblici per l’impiego 224.678 cittadini stranieri in cerca di lavoro già presenti sul territorio italiano e regolarmente residenti: 74 mila di provenienza UE e 150.580 Extra UE. Nel 51,5% dei casi la motivazione che ha spinto a recarsi presso il centro per l’impiego è stata di verificare l’esistenza di opportunità lavorative, mentre una quota comunque rilevante lo ha fatto per ragioni di natura amministrativa ossia per confermare lo stato di disoccupazione (25,3%), per rinnovarlo (25,9%), per iscriversi (12,1%) o effettuare per la prima volta la DID – Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro (8,5%).

Pensioni

Con riferimento ai trattamenti pensionistici del settore privato, le pensioni IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti) erogate dall’INPS a cittadini stranieri non comunitari alla fine del 2017 sono 48.813, pari allo 0,35% del totale delle pensioni INPS dello stesso tipo (13.979.136).

Tra il 2015 e 2016 il numero di pensioni erogate a cittadini stranieri non comunitari ha avuto un incremento del +10,6%, tra il 2016 e il 2017 del +11,3% e complessivamente, nel triennio, del +23,1%. L’88,7% delle pensioni erogate a cittadini non comunitari è destinato a beneficiari residenti nel territorio italiano.

Infortuni professionali

Gli infortuni professionali occorsi ai lavoratori stranieri nel biennio 2016-2017 risultano in aumento del +2,4% con circa 98 mila denunce nel periodo gennaio-dicembre 2017 contro le 95 mila dello stesso periodo del 2016. L’incremento per i non comunitari è stato del +2,9% contro il +1% per i comunitari. Le denunce con esito mortale pervenute all’INAIL nel 2017 sono state 168, con un incremento del 7% rispetto all’anno precedente (+10,2% per i lavoratori Extra-UE, invariata la situazione per quelli dell’UE).