Le imprese del Turismo si sollevano contro la Riforma del contratto a termine contenuta nel Decreto Dignità, che rischia di penalizzare il lavoro stagionale. Anche per questi contratti, infatti, il testo della norma prevede il ritorno al causalone dopo i primi 12 mesi.
C’è addirittura il rischio che la formulazione della legge crei problemi all’applicazione della causale stessa per queste tipologie di rapporti di lavoro. Il rinnovo di un contratto a tempo determionato oltre i 12 mesi, in base al Decreto Dignità, è possibile solo nei seguenti casi:
- esigenze temporanee e oggettive, estranee all’ordinaria attività del datore di lavoro;
- esigenze sostitutive;
- esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria.
Bisogna attendere il testo ufficiale per avere certezze, perché ci sono bozze del provvedimento che contengono anche come motivazione di contratto a termine la stagionalità dell’attività. Altre anticipazioni del testo definitivo approvato dal Governo invece non contengono questa clausola, che quindi sembrerebbe escludere dalla possibilità di rinnovo le esigenze stagionali di un’attività.
Nell’attesa di conoscere la versione definitiva, dunque, prosegue la protesta delle associazioni di categoria, che ritengono la stretta sul contratto a termine, in piena stagione estiva, un possibile freno per il settore. Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, sottolinea:
un settore come il turismo, in cui la stagionalità del lavoro costituisce una caratteristica strutturale, anche in seno alle aziende aperte tutto l’anno, non può essere assoggettato alle medesime regole previste per le banche e le fabbriche.
Si chiede di modificare il provvedimento prevedendo:
integrale salvaguardia di tutti i contratti stagionali, l’esclusione del settore turismo dal contributo aggiuntivo e la reintroduzione dei voucher.
I Presidenti di Federturismo, Gianfranco Battisti, Federterme, Costanzo Jannotti Pecci, ASTOI, Nardo Filippetti, Confindustria Alberghi, Giorgio Palmucci, UCINA, Carla Demaria, Assomarinas, Roberto Perocchio, ATRI, Fulvio Fassone e ANEF, Valeria Ghezzi hanno scritto una lettera al ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, esprimendo preoccupazione e sottolineando che:
i contratti a termine sottoscritti dalle nostre aziende, in particolare per riconosciute ragioni di stagionalità, sono uno strumento necessario, nonché l’unico utilizzabile, per imprese la cui attività è condizionata da una domanda che per sua natura è soggetta a variazioni difficilmente programmabili. L’ipotesi di vincoli aggiuntivi determinerebbe ripercussioni devastanti anche sul piano occupazionale.
Critiche anche da Fipe (federazione italiana pubblici esercizi), Confcommercio, Confesercernti.
Un pressing in grande stile, in vista del passaggio parlamentare per la conversione in legge del decreto. Non si esclude che le forze politiche, magari anche la stessa maggioranza di Governo (in base alle parole del ministro dell’Agricoltura, Gian Marco Centinaio, che ha la delega al Turismo), presentino emendamenti per la reintroduzione dei voucher lavoro in alcuni settori, fra cui il turismo e l’agricoltura.
Ricordiamo che però, trattandosi di un decreto legge, la normativa sarà immediatamente in vigore nel momento in cui verrà pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
Sarebbero quindi opportune eventuali interpretazioni autentiche, che forniscano chiarimenti sull’applicabilità della causale alle attività stagionali.