Nessuno scossone: gli acquisti di titoli di stato da parte della BCE nell’ambito del Quantitative Easing proseguiranno come previsto fino a fine 2018, con la riduzione in programma che la banca centrale di Francoforte sta già attuando da mesi. L’acquisto è stato ridotto dal 60 al 30% ad inizio anno, scenderà ulteriormente al 15% a settembre per esaurirsi nel 2019. L’operazione iniziata nel 2015 anche a sostegno della ripresa ha funzionato soprattutto sul fronte dell’inflazione, con progressi considerevoli verso un aggiustamento durevole.
Sono le (attese) decisioni di politica monetaria della BCE del 14 giugno, accompagnate dalla decisione di lasciare i tassi invariati per un anno. In pratica, l’Eurotower prosegue con politiche espansive adeguandole alle fasi del ciclo economico: crisi terminata, inflazione stabile.
Il “whatever it takes” (qualunque cosa comporti) di Mario Draghi, banchiere centrale europeo, resta valido: Francoforte ritiene ci siano le condizioni per silenziare il bazooka monetario, ma il quantitative easing è strumento che resta nella cassetta degli attrezzi, pronto per essere, eventualmente, usato.
Watch again: Draghi on the future of ECB asset purchases pic.twitter.com/mRPnEUpEB0
— European Central Bank (@ecb) 14 giugno 2018
Nel frattempo, è lo stesso Draghi a ricordare il timing dell’operazione di uscita da QE:
continueremo a effettuare acquisti netti all’attuale ritmo mensile di 30 miliardi di euro sino alla fine di settembre 2018. Anticipiamo che, dopo settembre 2018, se i dati più recenti confermeranno le nostre prospettive per l’inflazione a medio termine, ridurremo il ritmo mensile degli acquisti netti di attività a 15 miliardi di euro sino alla fine di dicembre 2018 e in seguito porremo termine agli acquisti netti.
In ogni caso, la BCE prosegue la politica di reinvestimento del capitale rimborsato sui titoli in scadenza per un prolungato periodo di tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività, e comunque finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario. La liquidità iniettata nel sistema, dunque, continua a produrre risultati.
Infine, tassi fermi.
ci attendiamo che si mantengano su livelli pari a quelli attuali almeno nell’orizzonte dell’estate 2019 e in ogni caso finché ciò sarà necessario per assicurare che l’evoluzione dell’inflazione resti in linea con le nostre attuali aspettative di un profilo di aggiustamento durevole.