Alcune recenti sentenze sembrano dare ragione ai professionisti del Foro in merito alla spinosa questione dei contributi versati all’INPS.
Due pronunce emesse dalla Corte d’Appello di Palermo e dalla Corte d’Appello di Genova, infatti, sostengono che gli avvocati non sono tenuti al versamento dei contributi all’Istituto di previdenza.
Le sentenze sottolineano come sia illegittima l’iscrizione alla Gestione separata INPS, così come la relativa contribuzione, da parte degli avvocati che hanno svolto attività per le quali hanno conseguito redditi assoggettati al mero obbligo di versamento del contributo integrativo alla Cassa di riferimento.
Un passo in avanti verso il blocco dell’operazione “Poseidone” avviata nel 2009, la normativa che impone l’iscrizione d’ufficio alla Gestione separata di numerosi professionisti iscritti ad un Albo che vanta una propria Cassa previdenziale. Un’imposizione che, secondo l’Organismo Congressuale Forense, rischia di mettere in ginocchio soprattutto i professionisti più giovani.
Dopo le due sentenze, l’OCF chiede l’immediata sospensione di ogni azione prevista dalla direttiva, illegittima secondo l’Organismo Congressuale:
Sta arrecando un irreparabile danno ai giovani professionisti di età compresa tra i 30 e 40 anni e con un reddito inferiore ai 5000 che sono stati già costretti a cancellarsi dai rispettivi albi. Adesso, anche alla luce di questa pronuncia, auspichiamo che il neo ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede che, tra l’altro è un avvocato e ben conosce la vicenda, intervenga nella direzione da noi auspicata.