Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio annuncia che i tecnici del dicastero stanno già lavorando a una misura per fermare le pensioni d’oro, il parlamentare del Pd Cesare Damiano, ex ministero del Lavoro, risponde a distanza dichiarandosi d’accordo con la misura, che però non può essere attuata abbassando trattamenti previdenziali già in essere.
Il botta e risposta e distanza è stato originato dalle dichiarazione del ministro Di Maio, che venerdì scorso ha spiegato di aver messo subito al lavoro i tecnici per intervenire sulle cosiddette pensioni d’oro in base al seguente criterio:
chi prende più di 5mila euro netti prenderà una pensione corrispondente ai contributi versati.
L’obiettivo di intervenire sulle pensioni d’oro è condiviso da Damiano, che però sottolinea come il punto sia rappresentato dal metodo che verrà utilizzato per attuare la proposta. Se il Governo sta pensando a un:
ricalcolo delle pensioni in essere continuo a non essere d’accordo perché si sdogana un principio che potrebbe, in seguito, essere applicato alle pensioni più basse, quelle degli operai, come via più facile per fare, all’occorrenza, un bel po’ di cassa.L’alternativa potrebbe essere rappresentata dall’applicazione di un congruo contributo di solidarietà che porti lo stesso risultato di risparmio.
Sembra una considerazione tecnica, ma in realtà l’obiezione è sostanziale. Un intervento legislativo che porti al ricalcolo di pensione in essere comporta la legittimità di provvedimenti che tocchino diritti acquisiti, mentre un prelievo di solidarietà si caratterizza come interventi straordinario, e quindi ha una natura giuridicamente diversa.
Si può sottolineare che entrambe le tipologie di interventi rischiano in realtà di non passare un eventuale vaglio della Corte Costituzionale, che in precedenti sentenza ha in realtà ritenuto legittimi i prelievi di solidarietà sulel pensioni d’oro, ma sempre perché ritenuti necessari ad assicurare risparmi di spesa necessari per tutelare i conti pubblici.
Diverso è il caso di un provvedimento determinato invece da una linea politica che, legittimamente, può prevedere tagli alle pensioni d’oro future, non a quelle in essere.