Il programma di governo del nuovo esecutivo Conte, targato Lega e 5 Stelle, prevede una serie di misure fiscali che hanno un forte impatto sulle casse dello Stato (riordino aliquote IRPEF, reddito di cittadinanza, pensioni agevolate…). Senza considerare la spada di Damocle della clausola di aumento IVA, la cui sterilizzazione costa miliardi ancora da individuare.
Alcune delle misure programmatiche possono aspettare mentre altre, come la flat tax, ha immediato bisogno di liquidità per poter partire a breve. E per farlo serve uno strumento “per fare cassa” da mettere a sistema in tempi strettissimi. Da qui l’ipotesi di una manovra d’estate. Un provvedimento da adottare entro luglio.
Come pensa il governo Conte di rastrellare le risorse necessarie a garantire la copertura finanziaria per le rivoluzioni fiscali promesse? Con una nuova formula di rottamazione. Sarebbero ammessi tutti i ruoli, iscritti a partire dal 2014. Obiettivo (ambizioso) stimato: 35 miliardi di euro.
Non un condono fiscale dunque, ma una sorta di sanatoria parziale per i piccoli debitori in difficoltà, la cosiddetta pace fiscale. La misura nasce da un presupposto, che M5S e Lega hanno riportato nel loro contratto di governo:
Gli incassi della riscossione derivano quasi esclusivamente dalle rateazioni e da altre misure analoghe che mirano ad agevolare il pagamento. È evidente allora la necessità di un intervento per potenziare le procedure finalizzate al recupero bonario del credito. È opportuno instaurare una “pace fiscale” con i contribuenti per rimuovere lo squilibrio economico delle obbligazioni assunte e favorire l’estinzione del debito mediante un saldo e stralcio dell’importo dovuto, in tutte quelle situazioni eccezionali e involontarie di dimostrata difficoltà economica.
In pratica, una super-rottamazione delle cartelle di pagamento per contribuenti indietro con il versamento di tasse (IRPEF, IVA…) e contributi INPS per motivi economici. La platea individuata sarebbe pertanto quella dei cittadini comuni in difficoltà e non degli evasori seriali. Nulla osta che, una volta resa disponibile la pace fiscale, vi ricorrano anche soggetti un po’ meno “comuni”, considerato che si ipotizza un tetto massimo per il debito accumulato pari a 200mila euro. Detto questo, pare che le situazioni debitorie verranno valutate caso per caso. Quindi, nulla di automatico.
Premesso che ancora siamo nel campo delle ipotesi, la pace fiscale potrebbe prevedere tre aliquote di sanatoria: 20%, 10%, 6%.
In pratica uno sconto, da applicarsi in base alla situazione e alla capacità reddituale del debitore.