Un primo quadrimestre negativo in Italia sul fronte degli infortuni sul lavoro, con un aumento significativo dei casi mortali, dovuto a incidenti sul tragitto casa lavoro: sono i consueti dati INAIL elaborati sulla base delle denunce presentate entro il mese di aprile. E, sottolinea l’istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, sono ancora provvisori, ovvero non depurati dagli effetti distorsivi di una serie di fattori.
Fatta questa premessa, fra gennaio e aprile sono stati denunciati 286 infortuni sul lavoro mortali, in crescita del 9,2% rispetto ai 262 dell’analogo periodo del 2017. In realtà, l’incremento è interamente dovuto agli infortuni avvenuti nel tragitto di andata e ritorno da casa all’ufficio, aumentati da 68 a 96, mentre quelli avvenuti durante il lavoro sono diminuiti da 194 a 190.
I settori che hanno visto il maggior numero di caso mortali sono industria e servizi, mentre in agricoltura la situazione è migliorata. La distribuzione territoriale evidenzia come gli incidenti mortali siano più numerosi nel Nord-Ovest, soprattutto in Lombardia e Piemonte seguite da due regioni del Centro Sud, Lazio e Calabria.
In aumento le tecnopatie soprattutto al Sud (+649 casi), seguito da Centro (+396), Nord-Ovest (+165) e Nord-Est (+4), con un calo nelle Isole.
Gli incidenti mortali sul lavoro hanno riguardato maggiormente gli uomini (sia italiani sia stranieri) che le colleghe donne. Rilevante il dato anagrafico: la metà dei casi riguarda persone fra i 50 e i 64 anni, mentre sono in calo rispetto all’analogo periodo del 2017 gli infortuni di giovani lavoratori e dei quarantenni.
In aumento anche le malattie professionali, passate a 21.060 dal precedente 19.969, +5,5% sull’analogo periodo dello scorso anno. Qui, il dato riguarda in modo abbastanza omogeneo tutti i settori produttivi.
Le malattie professionali che maggiormente colpiscono i lavoratori sono patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e dell’orecchio.