Sono 5mila le risorse che tra il 2018 e il 2022 saranno reclutate in Lazio nel comparto Sanità, un settore destinato a offrire numerose opportunità di lavoro in ambito ospedaliero con una media di circa mille ingressi ogni anno.
L’inserimento delle nuove unità avverrà attraverso concorsi pubblici e mediante la formazione di graduatorie a cui attingere per un periodo massimo di 36 mesi: la Giunta della Regione Lazio ha infatti approvato la proposta di legge che si propone di garantire il ricambio generazionale del personale impiegato nella sanità.
La normativa regionale è in vigore per i concorsi pubblici a partire dal 31 gennaio 2018 ed entro la fine dell’anno saranno inserite 3500 persone nel comparto sanitario, compresa la stabilizzazione dei precari. Ad oggi sono stati autorizzati 295 concorsi proprio per la stabilizzazione del personale precario e sono 1588 i lavoratori precari che hanno potuto siglare un contratto a tempo indeterminato.
Sono in atto le procedure per la stabilizzazione di altri 1.500 precari in tutte le Asl della nostra Regione – ha affermato il Presidente Nicola Zingaretti – ma oggi annunciamo due altre novità: dopo la prima tranche del primi 3.500 neoassunti o stabilizzati come precariato, partono le nuove procedure per 5.000 nuovi assunti nella sanità del Lazio: cinquemila in 5 anni era l’obiettivo che ci eravamo dati in campagna elettorale e ora vogliamo mantenere i patti.
Come informa una nota della Regione, le graduatorie con scadenza al 31 dicembre del 2018 e vigenti da più di tre anni non possono essere prorogate dalla Regione Lazio ma restano utilizzabili fino a quella data, mentre per le graduatorie vigenti da meno di tre anni sarà applicato il termine ordinario di vigenza massima.
La nuova normativa – ha sottolineato Alessio D’Amato, Assessore Sanità e Integrazione Socio-Sanitaria – prevede l’espletamento dei concorsi pubblici e la formazione di graduatorie a cui attingere per un periodo massimo di 36 mesi, tempo oltre il quale, decadono automaticamente senza alcuna possibilità di proroga.