Più infrastrutture e meno formazione per le imprese campane

di Marianna Di Iorio

Pubblicato 2 Febbraio 2007
Aggiornato 30 Settembre 2013 14:21

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Secondo i risultati del sondaggio del Rapporto Met 2006 presentato ieri, le imprese campane desiderano più infrastrutture e meno formazione

Presentato ieri da Raffaele Brancati, Presidente di Met, e Adriano Giannola, ordinario di Economia Bancaria all’Università Federico II di Napoli, il Rapporto Met 2006 (monitoraggio economia e territorio).

I dettagli dello studio sono stati mostrati nel corso del convegno “le nuove politiche industriali della Regione Campania” organizzato dal Formez, un centro di formazione studi che opera sull’intero territorio nazionale. I risultati evidenziati dalla ricerca hanno determinato una linea chiara da seguire se si vogliono aiutare le imprese campane: più infrastrutture, materiali e immateriali, meno formazione.

Infatti, tra le 246 imprese campane intervistate, il 56.5% ritiene che l’intervento più efficace per aumentare la competitività risieda nello sviluppo delle infrastrutture, sia materiali (come ad esempio le strade) sia immateriali (come le reti informatiche, le piattaforme logistiche e le aree industriali). A livello nazionale, scende il numero delle aziende che considerano le infrastrutture un elemento fondamentale (il 37.2%).

Le politiche formative, invece, sono considerate importanti soltanto per il 4.9% delle imprese, minore rispetto al dato nazionale pari al 10.4%.

Inoltre, secondo l’indagine, il 9.5% degli incentivi erogati nel 2005 al settore industriale in Campania è destinato al sostegno di ricerca, sviluppo e innovazione, sempre minore rispetto alla media nazionale (20%).

Giannola è intervenuto sull’argomento, affermando che «Le risorse per le imprese in Campania sono consistenti, ma pur sempre insufficienti. Inoltre sono diminuite rispetto agli anni passati. Vanno scelte le aziende e gli obiettivi da finanziare». E, aggiunge Brancati «Sostenere le aziende con politiche appropriate può servire. Non è vero che le politiche per le imprese non servono mai a nulla».