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HR 4.0, tra fattore umano e Intelligenza Artificiale

di Chiara Basciano

23 Maggio 2018 09:15

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La selezione del personale diventa sempre più tecnologica ma il fattore umano conserva il suo peso.

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Le percentuali parlano chiaro: l’intelligenza artificiale cambierà il mondo delle risorse umane. Ad affermarlo è il 76% degli intervistati da AIDP che ha voluto analizzare l’impatto di tale tecnologia sul settore. Se la sua introduzione è vista come un vantaggio, gli scenari futuristici che vedevano l’uomo sparire sotto la supremazia dei robot appaiono del tutto falsi: il 100% infatti è d’accordo nel sostenere che le attività delle risorse umane non possono essere del tutto automatizzate. Ben venga la tecnologia quindi, e i vantaggi evidenziati dall’indagine lo confermano.

Prima tra tutte la velocizzazione dei processi di reclutamento e selezione, considerato il vantaggio più importante dal 60% degli intervistati, seguito dal risparmio di tempo per il 58%. Conta anche il miglioramento della qualità, considerato che per il 25% è garantita una maggiore accuratezza nella selezione dei curricula e per il 17% aumenta la rapidità di risposta al candidato.

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L’indagine sottolinea il supporto che può provenire dall’ambito tecnologico ma puntando l’attenzione sul peso del fattore umano, considerato indispensabile per una selezione adeguata. Le attività in cui l’intelligenza artificiale può davvero fare la differenza sono quelle di pre-selezione, per il 63%, l’analisi automatizzata dei curricula e dei profili presenti nei data base, per il 45%, il controllo delle attività sui social per testare la motivazione del candidato, per il 27%, le interviste virtuali ai candidati per il 25%, l’analisi semantica dei curricula dei candidati, per il 19% e l’esame dei video dei candidati per l’11%.

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Tra i settori considerati interessati all’introduzione dell’intelligenza artificiale l’indagine segnala anche la formazione, per il 57%, la valutazione delle performance, per il 41%, la compensation, per il 40%, la valutazione del potenziale dei dipendenti, per il 35% , la mobilità, per il 27% e lo sviluppo delle carriere per il 19%.