La fattura elettronica diventa centrale nella lotta alla corruzione negli appalti: in vista dell’appuntamento del primo luglio, quando per tutti i subappalti nell’ambito di contratti con la pubblica amministrazione sarà necessaria la e-fattura (già obbligatoria per tutte le operazioni direttamente verso la PA), ministero dell’Economia e Anac (anticorruzione) stanno mettendo a punto uno strumento che incrociando i dati consente di individuare eventuali anomalie. In pratica, una banca dati anti-frode che incrocia le informazioni relative alla gara d’appalto, allo stato delle procedure e ai pagamenti, che aiuta le autorità ad allertarsi in caso di incongruenze.
Il progetto è basato su un protocollo d’intesa fra Mef e Anac dello scorso 2016, che prevedeva l’interoperabilità delle banche dati per controllare meglio la spesa.
L’obbligo di e-fattura che dal prossimo primo luglio, in base alla Legge di Stabilità 2018, scatta per i subappaltatori, consente di avere nuove informazioni certe sui rapporti economici nell’ambito della filiera degli appalti. Questi dati vengono incrociati con quelli in possesso dell’Anac, che monitora lo stato degli appalti pubblici, e con quelli del Mef sui pagamenti delle pubbliche amministrazioni. Se il sistema evidenzia le cosiddette red flag, quindi anomalie o incongruenze, possono scattare i controlli delle autorità per verificare la situazione.
Ricordiamo, in estrema sintesi, che l’obbligo di fattura elettronica delle prestazioni rese da soggetti subappaltatori e subcontraenti della filiera delle imprese operanti nel quadro di un contratto di appalto con un’amministrazione pubblica è previsto dal comma 917 della legge 205/2017 (la manovra 2018), e riguarda i rapporti diretti tra il soggetto titolare del contratto con pubblica amministrazione, e i subappaltatori di cui si avvale, con esclusione degli ulteriori passaggi successivi.