Vicini su pensioni, lavoro e tasse ma lontani su immigrazione, grandi opere ed Europa, per non parlare del candidato premier: il presunto accordo di Governo tra M5S e Lega ancora non si trova. Le delegazioni dei due partiti, capitanate dai leader Luigi Di Maio e Matteo Salvini, salite al Quirinale per riferire al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, hanno chiesto altro tempo. Che è stato loro concesso.
Non è chiara la quantificazione di questi supplementari e non si esclude possano durare parecchio, anche perché Carroccio e Pentastellati devono anche consultare gli iscritti con dei referendum interni. Nel frattempo, si continua a lavorare sul programma.
Convergenze
Pensioni: superamento della Riforma Fornero reintroducendo la pensione di anzianità con la quota 100 (con almeno 64 anni di età) e spostando a 41 anni e cinque mesi l’asticella per la pensione anticipata (ora a 42 anni e dieci mesi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne, con cinque mesi in più dal 2019 in entrambi i casi). Non è chiaro se i 41 anni e cinque mesi previsti dall’accordo M5S – Lega incamerino già l’adeguamento alle aspettative di vita o siano destinati a salire di altri cinque mesi.
Welfare: l’accordo di programma prevede il reddito di cittadinanza tanto caro ai 5Stelle ma partendo da una fase sperimentale e da un meccanismo basato sulla composizione e lo stato economico del nucleo familiare. C’è anche una misura di aiuto alle famiglie per iscrivere i figli all’asilo nido.
Fisco: la flat tax si sdoppia, prevedendo un’aliquota al 15% e un’altra al 20% per i redditi superiori a 80mila euro. La Riforma sarebbe accompagnata da una rimodulazione delle detrazioni e deduzioni fiscali.
Lavoro: potenziamento dei centri per l’impiego, anche attraverso stanziamenti di bilancio.
Divergenze
Rapporti con la UE: costituiscono un punto molto caro anche al presidente Mattarella, che sugli impegni internazionali dell’Italia ha di certo insistito nel corso dei colloqui con le due delegazioni. Fra i nodi cruciali, quello del pareggio di Bilancio: il M5S sembra più sensibile al tema e ai richiami del Quirinale mentre la posizione della Lega è più rigida nella critica ai vincoli di bilancio. Legato alla questione europea anche il tema dell’immigrazione (le politiche almeno in parte sono concordate con Bruxelles), cavallo di battaglia leghista, su cui Salvini vorrebbe mani libere mentre i pentastellati frenano. La Lega insiste sul rimpatrio di tutti i migranti irregolari, il M5S è più cauto.
Giustizia: altro tema caro al Carroccio, su cui non c’è accordo con i potenziali alleati, è l’ampliamento della legittima difesa. E c’è anche il nodo del conflitto d’interessi, che invece è un punto su cui insistono i 5Stelle ma mette in difficoltà Salvini, soprattutto sul fronte dei rapporti con il Centrodestra.
Grandi opere: il M5S è tradizionalmente critico (vorrebbero rivalutare l’utilità di tutti i grandi cantieri, dalla TAV al gasdotto TAP in Puglia, al MOSE di Venezia), la Lega è favorevole.
Composizione del Governo: i due potenziali alleati devono individuare un nome per la premiership che sia gradito al Quirinale. Su un punto sono entrambi d’accordo: un esecutivo snello con pochi ministeri, fra cui uno dedicato alla Disabilità e uno al Turismo.