Con l’arrivo degli appartenenti alla Generazione Z tra i possibili acquirenti le aziende devono adottare nuove regole di marketing. Si tratta infatti di consumatori diversi da quelli “noti”, con valori differenti e un modo di comunicare più che innovativo.
I giovanissimi sono abituati a guardare oltre, non si limitano al mero acquisto ma richiedono una certa attenzione del marchio a temi come l’ambiente o l’inclusione sociale. E non si accontentano di belle parole. Se il CEO dell’azienda fa proclami riguardanti la sostenibilità l’azienda deve per forza di cose seguire certi dettami, altrimenti i giovani acquirenti si rivolgeranno altrove non vedendo l’autenticità.
Ed oltre a pretendere molto sono abituati ad andare veloce: se una cosa non piace, niente seconde possibilità, si tende a cambiare strada nel giro di un secondo.
La stessa velocità riguarda il modo in cui comunicano e navigano. Nativi digitali, hanno una dimestichezza con il Web che non era mai esistita prima. Passano da un contenuto all’altro e per questo bisogna saper catturare la loro attenzione. I video sono una buona arma, stimolano la condivisione e diventano virali se piacciono.
La Generazione Z non ha paura di condividere i propri dati, anzi, amano mettersi in mostra e la loro popolarità si batte a colpi di like, per questo possono essere loro stessi uno strumento di marketing. Per capire il loro linguaggio, sempre in rapida evoluzione, sarebbe bene avere a disposizione qualcuno che li rappresenti a cui affidarsi.
Le mode infatti sono difficili da afferrare per chi non fa parte della Generazione Z, ma è necessario tener conto del loro peso nel mercato attuale.