In qualità di consulente tecnico di una ditta portoghese mi è stato posto il problema, da parte di un’amministrazione pubblica, che per il pagamento e l’affidamento della fornitura sia necessario il DURC dalle procedure automatizzate. L’azienda possiede tutte le certificazioni che attestano il regolare pagamento dei contributi, equivalenti al nostro DURC, ma queste creano un conflitto con le procedure standardizzate. Come è possibile procedere in questi casi?
La normativa sul DURC si applica alle imprese straniere, extracomunitarie e comunitarie se operano il distacco di lavoratori dipendenti sul territorio nazionale: a fare chiarezza è stata la Direzione Generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro, con l’interpello n. 6/2009.
DURC imprese comunitarie
In tale occasione il Ministero ha chiarito che le imprese extra-comunitarie che operano il distacco di lavoratori dipendenti nel territorio nazionale hanno l’obbligo di iscrizione alle Casse Edili e sono conseguentemente tenute al possesso del DURC, mentre per le imprese comunitarie (come nel suo caso) l’obbligo sussiste solo se le stesse non abbiano già posto in essere, presso un organismo pubblico o di fonte contrattuale, quegli adempimenti finalizzati a garantire gli stessi standard di tutela derivanti dagli accantonamenti imposti dalla disciplina contrattuale vigente nel nostro Paese, come sembra aver fatto la sua azienda.
Dichiarazione sostitutiva nulla
Il Ministero precisa inoltre che:
Ciò che forma materia tipica del DURC o di altra documentazione equivalente rilasciata dal competente Istituto del Paese straniero non può essere surrogato, nella sua funzione probante, dalla dichiarazione sostitutiva dell’interessato, né con la produzione dei modelli F24 e dei bollettini postali, anche perché si tratta di documenti insufficienti a verificare l’integrale adempimento degli obblighi previdenziali per tutti i lavoratori.
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Chiedi all'espertoRisposta di Noemi Ricci