Il Consiglio di Stato ha dato il suo parere positivo alla proposta del Miur che riforma la procedura di abilitazione alla professione medica, introducendo una procedura semplificata riducendo i tempi relativi al tirocinio ma allo stesso tempo favorendo una selezione più rigida.
La bozza del decreto prevede sostanzialmente che l’esame di stato per accedere alla professione medico-chirurgica non sia più essere suddiviso in due parti, diventando un passaggio unico. Il test sarà strutturato in una serie di domande a risposta multipla inerenti tematiche selezionate dalla Conferenza dei Presidenti dei corsi di laurea in medicina e chirurgia.
Il Ministero dell’Istruzione, inoltre, vuole velocizzare l’accesso all’abilitazione introducendo tre sessioni d’esame annuali e, soprattutto, attivando un tirocinio trimestrale obbligatorio che potrà essere svolto e superato durante il corso di studi, prima del conseguimento della laurea.
Il Consiglio di Stato richiede di rivalutare la scelta di anticipare il tirocinio, motivando questa perplessità:
La peculiarità della professione medica rende più che plausibile l’espletamento del predetto tirocinio dopo il conseguimento della laurea, in modo da dare il giusto rilievo alla necessità che il medico svolga un periodo pratico di tirocinio dopo aver ultimato il corso di studi generale.
Inserendo il tirocinio all’interno del corso di studi – secondo il Consiglio – si rischia di creare sovrapposizioni con la normale attività teorico-pratica rendendo l’esame una prova teorica e incentrata esclusivamente sul superamento di test. Per agevolare i tempi di conseguimento dell’abilitazione, inoltre, potrebbe essere sufficiente l’aumento delle sessioni di esame mentre lo spostamento temporale del tirocinio non deve andare a discapito dell’effettiva valutazione delle capacità e idoneità pratiche dei futuri medici.