L’iter verso il nuovo Governo si avvia con le forze politiche apparentemente su posizioni distanti: il Movimento 5 Stelle dichiara la disponibilità verso la Lega e il PD, il Carroccio insiste sull’unità della colazione di centrodestra mentre rifiuta accordi con il PD, quest’ultimo esclude a sua volta qualsiasi ipotesi di Governo che abbia come premier il leader pentastellato, Luigi di Maio, o quello leghista, Matteo Salvini.
A un mese dalle elezioni politiche del 4 marzo, dunque, partono le consultazioni per la formazione del nuovo Governo, rilanciando subito l’interrogativo impostosi dopo il voto: ingovernabile? Per il momento, tutte le forze politiche mettono le carte in tavola ma si dicono anche pronti al dialogo.
Innanzitutto, il calendario: il primo giro di consultazioni dura due giorni. Sullo sfondo, il modello (veloce) di elezione dei presidenti delle Camere, Maria Elisabetta Alberti Casellati al Senato e Roberto Fico alla Camera, e i programmi con i quali i partiti si sono presentati al voto, base di partenza per formare alleanze di Governo.
Mercoledì 4 aprile, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella incontra in mattinata i presidenti di Camera e Senato e il presidente emerito Giorgio Napolitano. Nel pomeriggio, via con le forze politiche: gruppo Per le Autonomie (SVP-PATT, UV) del Senato, Gruppo Misto del Senato e della Camera dei deputati, Fratelli d’Italia. Si prosegue giovedì 5 aprile con il PD, Forza Italia, Lega, Movimento 5 Stelle.
In tutti i casi saliranno al Quirinale i capigruppo parlamentari, per il resto ogni partito ha studia la propria “formazione” con cui presentarsi al Colle: Salvini, Di Maio con riserva, Maurizio Martina come reggente PD, il presidente Matteo Orfini, probabile la presenza di Silvio Berlusconi per Forza Italia, la delegazione di Fratelli d’Italia comprende la presidente Giorgia Meloni.
Se questo primo giro di consultazioni consentirà al Capo dello Stato di individuare una maggioranza di Governo, venerdì 6 aprile verrà conferito l’incarico. In caso contrario, si prevede un secondo, e magari anche un terzo giro di consultazioni. In questo secondo caso, i tempi si prolungano e la formazione dell’esecutivo potrebbe slittare a fine mese. Secondo la stragrande maggioranza delle analisi politiche, l’ipotesi più probabile vede i tempi allungarsi forse fino alla terza consultazione.
Dunque, per riassumere, è possibile che entro fine settimana ci sia un incarico ma è più probabile che per una sintesi delle diverse posizioni che confluisca nell’indicazione di un possibile premier ci voglia qualche settimana in più. La velocità con cui i due partiti che hanno vinto le elezioni, M5S e Lega, hanno trovato la quadra per l’elezione dei presidenti delle Camere, non comporta necessariamente tempi altrettanto brevi per la formazione dell’Esecutivo. Suggerisce, però, l’impegno e la capacità delle forze parlamentari di trovare accordi.
Partendo da quest’ultima considerazione, si può ritenere che il gioco dei veti incrociati sopra esposto sia esclusivamente tattico, in realtà non presenta preclusioni insuperabili. Incontestabilmente, Lega e M5S stanno dialogando, senza che ci siano particolari rigidità né sull’indicazione della premiership né su punti del programma.
Anzi, come da molti sottolineato, sul fronte programmatico le due forze politiche non sono per niente distanti, in particolare sui temi, delicati e fondamentali, dell’economia, della previdenza e del lavoro. Il veto posto da Di Maio su Forza Italia a sua volta non appare insuperabile (la presidente del Senato è un’esponente degli azzurri).
La presenza di Forza Italia potrebbe favorire un programma smussato rispetto alle proposte elettorali, ad esempio sul fronte della Riforma pensioni. Forse più reale l’incompatibilità fra Lega e PD. Il centrosinistra potrebbe rientrare o in un governo di larghissime intese (ipotesi poco probabile), o in un Esecutivo con il M5S (che però avrebbe una maggioranza abbastanza risicata), o in un governo con 5Stelle e Forza Italia (che però comporta la spaccatura del centrodestra). Come si vede, il gioco delle ipotesi può continuare all’infinito, e tutto sommato appare abbastanza inutile.
La vera incognita è: si formerà il Governo oppure si torna a votare in tempi brevi? E’ questa la sfida principale per le consultazioni che stanno iniziando.
Come precedentemente sottolineato, il primo atto della legislatura, rappresentato dall’elezione dei presidenti delle Camera, indica che le condizioni per l’intesa sul Governo ci sono.