L’APE sociale è al momento una misura sperimentale che, senza revisioni (vedi proposta M5S), non sarà più attiva dall’anno prossimo: gli ultimi a poter utilizzare questa forma di flessibilità in uscita sono dunque coloro che maturano i requisiti entro dicembre 2018. C’è invece una proroga al 31 dicembre 2019 per l’APE volontaria, che consente di ottenere un’anticipazione della pensione ma con la restituzione a rate sull’assegno previdenziale. In pratica, fra il 2018 e il 2019 bisognerà decidere se prorogare o stabilizzare le due misure introdotte con la manovra 2017.
Sullo sfondo, le proposte di Riforma Pensioni del Movimento 5 Stelle e della Lega, che entrano evidentemente nel dibattito sul futuro del sistema previdenziale. E i moniti delle autorità internazionali, dal Fondo monetario (FMI) alla Banca centrale europea (BCE), a difesa del meccanismo della Legge Fornero e dell’innalzamento dell’età pensionabile.
APE Sociale oltre il 2018
Per quanto riguarda l’APE Sociale quel che si chiedono tutti i contribuenti vittima dei diversi ritardi burocratici è: verrà o meno rinnovato nel 2019? Il dibattito dovrà svilupparsi nel corso dell’anno, sembra possibile quanto meno un rinnovo, se non una stabilizzazione della misura, idealmente con un potenziamento (ad esempio, con l’inclusione dei lavoratori autonomi disoccupati).
L’APE sociale potrebbe diventare un terreno su cui si incontrano le posizioni di M5S e Lega, ma non l’unico. Sul tavolo, anche:
- pensione anticipata con 41 anni di contributi (ora prevista solo per i precoci)
- Opzione Donna e nona salvaguardia esodati (già aperti due tavoli)
Nuova Riforma Pensioni
In pratica, il dibattito sulla Riforma Pensioni riparte fra proposte di riforma importanti del sistema previdenziale da parte dei partiti più forti in Parlamento e scelte sugli strumenti che sono stati attivati in questi anni. Se il confronto sulla flessibilità in uscita può proseguire nel corso della legislatura, la decisione sull’APE Sociale va presa nel corso del 2018, essendo la misura sperimentale fino alla fine di quest’anno.
La proroga o stabilizzazione della misura renderebbe di fatto accessibile una forma di pensione anticipata a 63 anni. L’APE Sociale è utilizzabile da parte di chi ha 63 anni (saranno 63 anni e cinque mesi dal 2019) e un numero di contributi che cambia a seconda delle diverse categorie di aventi diritto:
- disoccupati involontari che hanno terminato il sussidio spettante da almeno tre mesi durante i quali restano disoccupati: ci vogliono 30 anni di contributi;
- caregiver da almeno sei mesi di parenti di primo grado oppure parenti e affini di secondo grado, 30 anni di contributi;
- lavoratori con disabilità al 74%, 30 anni di contributi;
- addetti a mansioni gravose: 36 anni di contributi.