La digital transformation che coinvolge il mondo imprenditoriale e i professionisti non risparmia gli avvocati, in primo piano nella ricerca di strategie tecnologiche in grado di semplificare i processi e favorire nuove opportunità di crescita.
A focalizzare l’attenzione sul rapporto tra i professionisti legali e il mondo IT è un recente studio Giuffrè Editore (dati Doxa su 400 studi legali) ha cercato di scattare una fotografia dettagliata sull’utilizzo delle risorse digitali da parte degli studi italiani.
Per quanto riguarda le banche dati per la consultazione di leggi e sentenze, ammonta all’83% la percentuale degli studi che nel 2016 ha utilizzato questi database, in aumento rispetto al passato.
Anche i software per la creazione della busta telematica e il deposito in cancelleria degli atti giudiziari rappresentano strumenti utili e utilizzati in modo crescente.
Il 43% preferisce fare riferimento ai software gratuiti, il 57% investe mediamente 300 euro per attivare i programmi a pagamento.
Una certa diffidenza da parte dei professionisti avvocati, invece, riguarda le potenzialità del Cloud per l’archiviazione e la gestione dei dati e dei contenuti dello studio legale: il 41% degli intervistati manifesta il timore di non poter garantire la riservatezza dei dati e di incorrere in rischi legati al cybercrime.