Un recente accordo siglato tra l’Agenzia per l’Italia Digitale e le Regioni, ratificato anche dalla Conferenza Stato Regioni, si propone di avviare iniziative e collaborazioni per facilitare il miglioramento dei servizi digitali a favore di cittadini e imprese.
Un obiettivo che, stando a quanto sottolinea Confimprenditori, rischia di non essere portato a termine o di essere fortemente compromesso a causa delle ampie inefficienze che riguardano proprio la comunicazione tra imprese, cittadini e PA e le numerose difficoltà che gli utenti devono quotidianamente affrontare per accedere ai servizi pubblici.
Basta interpellare un qualsiasi imprenditore o professionista che deve relazionarsi con la macchina pubblica per sentirsi raccontare l’odissea quotidiana per ottenere un’autorizzazione, un certificato o semplicemente per accedere a una procedura telematica.Non si vuole fare i bastian contrari a tutti i costi ma è giusto domandarsi se, oltre a un piano per la PA 4.0, c’è chi poi sarà in grado di attuarlo.
È sempre Confimprenditori a sottolineare alcuni aspetti che dovrebbero essere approfonditi per individuare carenze da colmare, per favorire un miglioramento delle competenze nei vari enti e per formare adeguatamente il personale.
Ci sono professionalità adeguate nelle oltre 20mila PA sparse sul difforme territorio italiano?. È prevista un’adeguata formazione del personale e un adeguato investimento? Che cosa c’è insomma di sostanziale dentro la promettente cornice del piano di digitalizzazione della PA?Ci si ricordi che se la ripresa del Pil italiano è così modesta è proprio per il gap tra l’efficienza delle imprese nazionali e lo stato comatoso della Pubblica Amministrazione.