Entrerà in vigore il prossimo agosto l’open scope, l’estensione della normativa RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche) ad una serie di altri prodotti prima non previsti, generando un raddoppio dei rifiuti elettronici da gestire. In particolare, l’open scope fa rientrare nella definizione di AEE, insieme ai grandi e piccoli elettrodomestici, elettronica di consumo, sorgenti luminose, schermi etc., anche fusibili, chiavette usb, spine, morsettiere, prolunghe e così via.
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Raccolta differenziata
Tutte le apparecchiature elettriche per le quali la legge non prevede una specifica esclusione dovranno essere oggetto di raccolta differenziata da parte dei consumatori i quali potranno riportarli presso il negozio dove li hanno comprati, sarà poi l’azienda a dover gestire lo smaltimento dell’oggetto elettronico.
AEE: definizione
Aumentando il numero di apparecchi che rientrerano nella definizione di AEE, nonostante le categorie vengano ridotte da 10 a 6, il campo di applicazione della normativa RAEE viene esteso andando a interessare oltre 6.000 nuove aziende, che andrebbero ad aggiungersi alle circa 7.000 già oggi interessate dalla normativa RAEE e chiamate ad organizzare e finanziare il sistema di raccolta e recupero dei RAEE derivanti dai prodotti immessi sul mercato, attraverso sistemi collettivi. Si tratta di una tipologia di rifiuti che cresce con un tasso maggiore rispetto a tutte le altre.
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Open scope: entrata in vigore
A stabilire l’entrata in vigore per l’open scope a partire dal 15 agosto 2018 è stato il Decreto legislativo 49/2014, che ha generato non pochi dubbi sul raggio di azione derivante nuova normativa, come spiega Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecolight, consorzio nazionale per la gestione dei rifiuti elettronici:
All’interno della norma ci sono ancora alcuni punti che necessitano dei chiarimenti. Come serve una più dettagliata definizione delle apparecchiature che rientrano nel campo di applicazione. Sono passaggi indispensabili per dare delle risposte alle moltissime aziende che, in vista del prossimo 15 agosto, necessitano di adeguarsi alla normativa.Il nuovo obiettivo europeo per la raccolta dei RAEE che prevede entro il 2019 un tasso minimo del 65% del peso medio delle apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato nei tre anni precedenti, o in alternativa l’85% dei rifiuti elettronici generati, è un traguardo che attende il sistema Italia. Attualmente ci attestiamo poco sopra il 40%: gli sforzi da parte delle imprese, dei consorzi e dei cittadini dovranno, quindi, essere intensificati per dare un contributo fattivo alla costruzione di una vera economia circolare, come del resto l’Europa ci indica. Sono nuovi impegni che possono trasformarsi anche in opportunità.