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L’industria calzaturiera italiana rappresenta una delle maggiori eccellenze a livello mondiale e figura come primo produttore nell’Unione Europea: se nel corso del 2013 sono state prodotte 212 milioni di paia di scarpe, anche il 2015 si prospetta un anno molto proficuo per il comparto. Sono dati diffusi da Assocalzaturifici, che attraverso una recente ricerca (condotta dal Back-reshoring Research Group del consorzio universitario Uni-CLUB MoRe) evidenzia anche un crescente ritorno della produzione in Italia che coinvolge le medie imprese del settore.
Se a spingere verso la delocalizzazione è la ricerca di costi di produzione inferiori, a motivare il back-reshoiring è la volontà di valorizzazione l’artigianato locale che sembra rappresentare un valore aggiunto nel mercato. Le imprese calzaturiere, in pratica, scelgono di tornare a produrre in Italia perché è proprio il Made in Italy a favorire la conquista di maggiore competitività anche nei mercati internazionali.
Un obiettivo spesso non facile da raggiungere a causa delle criticità che caratterizzano il contesto economico attuale, così come di un accesso al credito ancora problematico: per riportare la produzione in Italia, promuovere nuovi investimenti e garantirsi maestranze qualificate, le imprese del comparto necessitano di liquidità immediata spesso difficile da ottenere sfruttando i canali di credito tradizionali.
Una possibile alternativa è offerta dagli strumenti finanziari messi a disposizione da istituti di credito specializzati e attenti alle esigenze della piccola e media imprenditoria, come Credi Impresa Futuro (Banca IFIS). Il Factoring, ad esempio, rappresenta una soluzione di finanziamento basato sulla concessione di crediti commerciali solidi, vantati da imprese in buona salute.
Contattando Credi Impresa Futuro (recandosi in una della 28 filiali sul territorio o consultando il sito ufficiale) è possibile scoprire la soluzione di prestito più adatta all’esigenza di liquidità della propria impresa.