Risk management, in Italia sempre più attenzione all’analisi dei rischi

di Filippo Vendrame

Pubblicato 11 Novembre 2014
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:46

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La qualità del sistema di gestione integrata dei rischi aziendali nelle grandi imprese italiane è superiore alla media europea con strumenti dedicati che si attestano al 27% rispetto al 15% in area Euro. Il Risk management si sta dunque trasformando in una funzione sempre più strategica e come tale, all’interno dell’organizzazione aziendale, è coinvolto nei processi decisionali. L’84% dei gestori dei rischi, infatti, interagisce direttamente con il Consiglio di Amministrazione o il top management, e quasi la metà (45%) diverse volte in un anno.

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Oggi i risk manager non sono soddisfatti del livello di tutela adottato. Sono questi i principali risultati del sondaggio Risk Management Benchmarking Survey 2014, condotto nel corso dell’anno dalla Federazione delle Associazioni Europee di Risk management. Il documento di FERMA European Risk and Insurance Report mostra come gli insurance risk e enterprise risk manager siano coinvolti nei processi decisionali delle loro rispettive organizzazioni.

Tra i 10 principali rischi che causano “l’insonnia dei CEO” identificati dai partecipanti al sondaggio, ve ne sono 6 che secondo i risk manager non ricevono il giusto livello di mitigazione: rischio politico, intervento governativo, cambiamenti legali o normativi; rischio di compliance; rischi legati alla concorrenza; rischi legati alle condizioni economiche; strategia di mercato e risorse umane. Un livello medio di soddisfazione sulla mitigazione si rileva invece per rischio di reputazione e brand; pianificazione ed esecuzione della strategia, e debito/flusso di cassa. Il livello di soddisfazione è alto solo per rischi legati alla qualità (intesa come progetto, sicurezza e responsabilità da prodotti e servizi).

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Il report mostra come l’acquisto di polizze sia un’operazione sempre più sofisticata. L’utilizzo di captive è in crescita, specialmente per le linee non tradizionali. Il numero di programmi internazionali, anche nelle linee di business meno mature, sta aumentando e si tende a un’ottimizzazione delle strutture dei programmi assicurativi, soprattutto in termini di ritenzione e limiti. Tra i risultati emersi si evidenzia per esempio come il mercato assicurativo dei rischi emergenti è ancora agli inizi; il 72% dei partecipanti afferma di non avere copertura per il cyber; il 37% non è coperto per la responsabilità per inquinamento ambientale graduale. Oppure, come solo il 15% dei partecipanti utilizza strumenti di enterprise risk management (ERM) come il risk financing optimisation per prendere decisioni d’acquisto assicurative.