Tratto dallo speciale:

Professionisti: deduzione IRAP e IRPEF su vitto e alloggio

di Nicola Santangelo

Pubblicato 25 Settembre 2014
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:38

logo PMI+ logo PMI+

Liberi professionisti attenti alle spese di vitto e alloggio. Sono tre i casi da osservare per una corretta applicazione della deducibilità dei costi ai fini IRPEF e IRAP, in base ai quali la percentuale massima è del 75% ma entro determinati limiti.

=> Spese vitto e alloggio: deducibilità per Partite IVA

La deducibilità ai fini IRPEF delle spese sostenute dal libero professionista per vitto e alloggio varia in funzione del fine per cui le ha sostenute.

Le spese di vitto o alloggio per l’espletamento dell’attività professionale in trasferta sono deducibili al 75% del loro ammontare entro il limite del 2% dei compensi annui. Ai fini di tale calcolo, i compensi da considerare sono quelli derivanti dalla differenza tra l’importo indicato al rigo RE6 e quelli di cui al rigo RE4 del modello Unico. Non possono essere considerati i corrispettivi derivanti dalle plusvalenze dei beni strumentali.

Le spese di vitto e alloggio sostenute dal libero professionista per rappresentanza sono deducibili per il 75% del loro valore ma entro il limite dell’1% del compenso annuo percepito dal libero professionista. Si considerano di rappresentanza le spese di vitto e alloggio sostenute dal professionista che si incontra con il cliente o con il potenziale cliente per instaurare un rapporto di pubbliche relazioni.

=> Spese di rappresentanza: la normativa vigente

Le spese di vitto e alloggio sostenute dal libero professionista per partecipare a convegni, seminari e corsi professionali scontano una deducibilità pari al 75% della metà del loro ammontare.

Ai fini IRAP si applica il medesimo trattamento fiscale tenendo conto che è soggetto al pagamento dell’imposta il professionista che svolge l’attività professionale in forma di autonoma organizzazione.