Più trasparenza su come le aziende usano i dati personali di un singolo account online (localizzazione, e-mail, messaggi, foto ecc.): per questo scopo è nato XRay, sistema realizzato da Roxana Geambasu e Augustin Chaintreau (Columbia Engineering).
Nel mondo dei Big Data, vengono collezionati e analizzati (da Google, Amazon, Facebook, ecc) per semplificare l’accesso personalizzato a molti servizi, ma in alcuni casi si rischia di abusarne sfruttandoli per fini commerciali.
XRay è stato testato con Amazon, YouTube e Gmail, rilevando quando il contenuto delle email viene usato per offrire pubblicità personalizzata. Tra l’altro, la correlazione tra le parole usate e gli annunci pubblicitari non sempre è utile: a “depressione” si associano anche guarigioni di sciamani; a “debito” e “prestiti” acquisti senza limiti di finanziamento e di garanzie.
L’obiettivo di XRay è dunque quello di riequilibrare il rapporto tra azienda che è in possesso dei dati personali e consumatore cui vengono fornite informazioni chiave in merito.