La ripresa economica tarda ad arrivare e tutti coloro che la stavano aspettando per creare una nuova impresa stanno prendendo tempo. C’è da dire, comunque, che per creare una nuova azienda innovativa non è mai stato agevole come ora. Per la verità negli ultimi tempi sono state introdotte una serie di facilitazioni normative che permettono di avviare un’impresa anche a chi non ha grosse disponibilità finanziarie.
Sempre più imprese di nuova costituzione hanno come obiettivo esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. Queste realtà possono contare sul supporto di incubatori, acceleratori, investitori istituzionali, parchi scientifici e tecnologici.
Un primo importante passo a favore dell’autoimprenditorialità è stato compiuto qualche anno fa dal premier Mario Monti con il decreto Cresci Italia grazie al quale è oggi possibile creare una società a responsabilità semplificata con un capitale sociale di un euro.
Subito dopo sono state introdotte nuove normative per le imprese come ad esempio quella sulle start up innovative, le quali devono contare su un fatturato non superiore a 5 milioni di euro e devono, fra l’altro, avere come business esclusivo o prevalente l’innovazione tecnologica. E’ importante, comunque, che almeno il 15% delle proprie spese sia effettuato in ricerca e sviluppo.
La registrazione in una speciale sezione del Registro delle imprese consente ai neo imprenditori di accedere a bandi e facilitazioni amministrative e fiscali. Sono, infatti, previsti abbattimenti degli oneri per l’avvio dell’impresa nonché la possibilità di assumere personale con contratti a tempo determinato della durata compresa tra 6 e 36 mesi. All’interno di tale arco temporale i contratti potranno essere anche di breve durata e rinnovati più volte. Dopo 36 mesi il contratto potrà essere ulteriormente rinnovato una sola volta per un massimo di altri 12 mesi.
Sempre in tema di start up, già dall’anno scorso sono stati rimossi i vincoli alla compagine societaria delle start up innovative. Non è più richiesta, infatti, che la maggioranza delle quote o azioni rappresentative del capitale sociale e dei diritti di voto nell’assemblea ordinaria delle start up sia detenuta dai soci persone fisiche al momento della costituzione e per i successivi ventiquattro mesi. Sono, inoltre, stati ridotti dal 20% al 15% le quote di spese di ricerca e sviluppo richieste.