I big vendor trascurano Linux?

di Alessandra Gualtieri

29 Gennaio 2008 12:15

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A margine della Linux Australian Conference 2008, gli sviluppatori Debian lamentano scarsi investimenti da parte dei grossi nomi dell'IT

Che Linux sia costantemente sotto i riflettori del mondo business non è una novità. Che numerose aziende abbiano scelto di affidarsi a distribuzioni open source neanche. Eppure, è innegabile che il mercato sia ancora indietro nell’adozione delle diverse declinazioni Linux.

Questo, uno dei temi caldi della Linux Conference di Melbourne (20 gennaio – 2 febbraio 2008), a margine della quale si è sollevata un’approfondita discussione sui ritardi legati alla distribuzione Debian.

Nello specifico, alcuni sviluppatori hanno sottolineato le responsabilità imputabili ai grossi produttori IT, ancora troppo diffidenti nei confronti dei progetti di sviluppo software GNU/Linux.

Secondo Anibal Monsalve Salazar e Niv Sardi, ingegneri software presso la Silicon Graphics di Melbourne, il progetto Debian necessiterebbe di maggiore sostegno da parte delle corporate: a parte HP, invece, per i due sviluppatori sarebbero davvero in poche ad aver concesso loro fiducia, che tradotto in termini pratici significa finanziamenti per le infrastrutture e per le risorse umane

Salazar ha sottolineato che, accanto ad HP, anche altre grosse società adottano Debian internamente, tuttavia non investono nello sviluppo globale del progetto.
Eppure le buone performance di mercato non dovrebbero generare timori in termini di profitti: Salazar ha infatti richiamato l’attenzione su casi esemplari come i successi di Ubuntu o il recente exploit dell’eePC di Asus, che monta un sistema operativo basato su Xandros, derivazione di Debian.

Sardi ha poi concluso ricordando come questi ritardi siano nocivi anche in termini di domanda di tecnologie e servizi Debian: è impensabile credere che aziende e utenti possano fidelizzarsi nei confronti di determinati software e prodotti quando non è possibile garantirne la piena efficienza ed il supporto.