Troppo scarsa la partecipazione femminile nel campo dell’industria legata alle nuove tecnologie e alla ricerca scientifica applicata. Un contributo prezioso, in termini di capacità e creatività, sottratto al mondo d’impresa e ai contesti produttivi.
Questa in sintesi, la tesi di numerosi europarlamentari che, dinanzi alla Commissione europea, hanno chiesto alla Ue e agli agli Stati membri di intervenire con azioni di contrasto, lamentando uno sbilanciamento nella forza lavoro dell’Europa, carente proprio in quei settori di alta eccellenza in cui si fa la differenza in un’economia sempre più globalizzata.
La relazione presentata a Bruxelles evidenzia la necessità di accrescere la consapevolezza del ruolo e della condizione delle donne nell’industria.
«È necessario fare attenzione alla condizione femminile nei differenti settori industriali e promuovere azioni positive per garantire la parità», ha dichiarato l’onorevole Ilda Figueiredo, firmataria della mozione.
In questa ottica, la cordata di europarlamentari ha proposto alla Commissione un nuovo approccio per i programmi di educazione e formazione, operativi nei campi della scienza e della tecnologia, con una maggiore attenzione all’inclusione femminile nei percorsi di alta formazione tecnologica e nella ricerca industriale.
Nel mondo d’impresa la forza lavoro femminile, a tutti i livelli del management, notoriamente paga un forte scotto in termini di ostacoli al reclutamento e all’accesso “ai piani alti”. La carenza di una piena tutela e di servizi e strutture a supporto di una piena identità femminile anche in azienda è un investimento proficuo nel lungo termine, ma ancora questo concetto risulta estraneo, anche in Italia.
Lo hanno invece ben compreso i Paesi scandinavi ma anche realtà nazionali di cui non ci aspetteremmo, come ad esempio la Spagna. Da noi ancora bisogna compiere numerosi passi in questo senso, ma l’attenzione è alta, soprattutto tra le PMI: proprio ieri, infatti, si è parlato a Milano della ricerca Donne e tecnologia: binomio per lo sviluppo, presentata da Camera di Commercio, Assintel e Unione del commercio, per fare il punto sui possibili interventi in questo senso.