Gli strumenti in mano all’Amministrazione Finanziaria per il contrasto all’evasione fiscale sono diversi – si pensi allo spesometro, allo split payment o al reverse charge – e fino ad ora hanno offerto un notevole contributo. Ma nel 2018 potremo assistere ad importanti novità in tema di contrasto all’evasione fiscale.
Il D.Lgs. 24 settembre 2015, n. 160, nel modificare l’articolo 10-bis.1, comma 1, della Legge 31 dicembre 2009, n. 196, prevede la presentazione di un rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all’evasione fiscale e contributiva. Per la redazione di tale rapporto, il Governo si avvale della “Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva” predisposta da una Commissione istituita con Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze.
Sul fronte del contrasto all’evasione fiscale, l’attività dell’Agenzia delle Entrate ha permesso di recuperare nel corso del 2016 somme evase per un totale di 19 miliardi di euro. Di questi 4,8 miliardi derivano dalla riscossione coattiva, 13,7 miliardi dai versamenti diretti e 0,5 miliardi dalle iniziative relative all’attività di promozione alla compliance. Si tratta, tutto sommato, di una cifra ragguardevole. Confrontando tale dato con quello del 2015 si trova una variazione positiva del 28%. Ma entrando nel dettaglio di tali risultati, la stessa Agenzia delle Entrate fa presente che 4,1 miliardi sono riferiti alla voluntary disclosure.
E questo dovrebbe essere il primo importante tema di discussione in merito alle entrate derivanti dalla lotta all’evasione. Poiché, a meno che non si voglia aprire ogni anno una nuova finestra per il rientro dei capitali esteri, il progetto voluntary disclosure può essere considerato definitvamente concluso. Se non si vuole registrare un calo delle entrate complessive è necessaria una nuova idea che faccia in modo di recuperare, se non tutti, almeno una buona parte dei circa 4 miliardi recuperati l’anno scorso. Quale sarà, quindi, il nuovo condono che permetterà di ripulire i capitali illeciti e al contempo rimpolpare le casse erariali?
Sul fronte IVA le cose non stanno messe meglio. L’IVA è, infatti, l’imposta più evasa e, per questo, da diversi anni sono stati avviati alcuni interventi per fermare l’evasione. Split payment e reverse charge hanno indubbiamente garantito un recupero delle somme sottratte alle casse dello Stato e hanno dato ottimi risultati. Il problema è che entrambe le misure sono a termine. Lo split payment, infatti, sarà completato a dicembre di quest’anno mentre il reverse charge durerà qualche mese in più. L’unico aspetto che al momento sembra essere meno confuso è quello relativo alla fatturazione elettronica. L’ipotesi, infatti, sembra essere quella di introdurre un regime di fatturazione elettronica obbligatoria anche tra soggetti IVA e nei confronti dei consumatori.