Lo studio Coleman Parkes “The Security Imperative: Driving Business Growth in the App Economy”, svolto per conto di CA Technologies, su 1.770 responsabili aziendali e IT, ha evidenziato segnali positivi per il comparto della sicurezza informatica (link articolo “segnali di efficacia nella sicurezza” ). La raccolta e l’analisi dei dati è stata eseguita nel periodo tra maggio e settembre 2016, su grandi aziende provenienti da 21 Paesi e appartenenti a 10 settori industriali.
Oltre ad incidere sulla sicurezza e limitare le violazioni dei dati, i dati del rapporto hanno evidenziato una relazione diretta fra gli interventi di protezione e l’aumento del fatturato delle aziende virtuose, che ottimizzando il loro rapporto con i clienti stimolano anche la propria crescita. Alcuni dei risultati infatti, ne sono la prova:
- Il 76% del campione ha realizzato un ampliamento della copertura digitale grazie a una migliore implementazione della sicurezza
- Il 69% ha rilevato un miglioramento della customer experience
- Il 66% ha riferito di una maggiore fidelizzazione dei clienti
- Le iniziative messe in campo nell’ambito della sicurezza informatica hanno contribuito a far aumentare del 35% i ricavi da nuove fonti di business
- Le stesse iniziative hanno portato a un incremento del 31% nell’efficienza operativa, del 34% nella produttività dei dipendenti e del 33% nella customer satisfaction
Fabrizio Tittarelli, CTO Italia, CA Technologies ha commentato i risultati sottolineando che l’implementazione della sicurezza centrata sull’identità costituisce una killer application della trasformazione digitale perché applicando misure sistematiche di protezione ai diversi canali di interazione tra l’azienda e i suoi clienti, partner e dipendenti, si migliorano le modalità di protezione e supporto dell’operatività aziendale. Tutto va anche a beneficio della fiducia dei clienti e con il suo accrescimento, segue di pari passo anche quello del giro d’affari.
Per provarlo, i referenti dello studio, hanno classificato l’utenza secondo un modello di maturità a tre livelli (avanzato, base o limitato) misurando le implementazioni riguardanti la protezione dell’identità digitale e sono stati valutate le interazioni con il miglioramento della customer experience, dell’operatività aziendale.
La maggior parte dei partecipanti si configura come utenza Basic con una sicurezza incentrata sull’identità (68%), con particolare attenzione verso alcune capacità essenziali quali la gestione delle password, il Single Sign-On e alcune funzioni di analisi e reportistica. Il 19% dei soggetti è risultato Advanced, ovvero in grado di svolgere attività quali la sicurezza adattiva e l’analisi comportamentale e di fornire supporto uniforme alla sicurezza multicanale. In particolare:
- Gli utenti Advanced hanno registrato un miglioramento del 34% nella crescita del fatturato e dei nuovi ricavi, contro un 29% degli utenti Basic.
- Il 93% degli utenti Advanced, rispetto al 75% degli utenti Basic, ha osservato una maggiore customer retention.
- L’89% degli utenti Advanced ha rilevato un miglioramento della customer experience, contro il 66% degli utenti Basic.
- Dal punto di vista della security, il 34% degli utenti Advanced ha registrato una riduzione nel numero di violazioni di dati, rispetto al 24% degli utenti Basic.
La Roadmap suggerita
Lo studio evidenzia sette step cruciali nel percorso di adozione di una strategia di sicurezza incentrata sull’identità che possa contribuire a migliorare le performance di business e consentire una crescita aziendale:
- Considerare l’identità digitale come nuovo perimetro aziendale
- Trattare la sicurezza come fattore abilitante del business
- Instaurare rapporti di fiducia nell’interazione digitale con clienti, partner, fornitori e dipendenti
- Tutelare le esperienze, non solo i dati
- Adottare un approccio adattivo per la gestione delle identità e degli accessi
- Agire in modo proattivo e predittivo
- Non rinunciare mai alla sicurezza in favore della velocità