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L’imprenditoria femminile in Italia

di Barbara Weisz

Pubblicato 6 Luglio 2016
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:38

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Le donne imprenditrici puntano in particolare sul settore terziario, e pur essendo molto meno numerose dei colleghi uomini resistono meglio alla contrazione della base imprenditoriale provocata dalla crisi: dal 2010 al 2015, il numero di titolari e soci d’impresa registra un calo del 6,3% (passando, in termini assoluti, da 4 milioni 475 mila a 4 milioni 192 mila, con un’emorragia di 205 mila unità), mente le imprenditrici sono diminuite del 5,1%, con 69mila unità in meno. I dati sono contenuti in una ricerca sull‘evoluzione dell’imprenditoria femminile nel Terziario realizzata da Terziario Donna Confcommercio in collaborazione con il Censis, presentata nel corso della terza edizione del Forum di Terziario Donna ConfcommercioDonne motore della ripresa“, dedicata al contributo che può dare l’imprenditoria femminile alla crescita del Paese.

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Le donne imprenditrici rappresentano  un terzo del mondo imprenditoriale, e registrano un leggero aumento negli ultimi cinque anni, passando dal 29,9% del 2010 al 30,3% attuale. Sette su dieci, fanno impresa nel terziario, evidentemente il più attrattivo per le imprese al femminile. Nei servizi l’incidenza delle imprese gestite da donne è pari al 35,6%  del totale degli imprenditori, seguito dall’agricoltura, 30%, dall‘industria, anch’essa al 30%, mentre le costruzioni hanno solo l’8,3% di imprese femminili.  I comparti del terziario a più alta concentrazione di imprese femminili sono sanità e assistenza sociale, istruzione, attività immobiliari, alloggio e ristorazione. Fra i settori più in crescita, finanza e assicurazioni, +7,6%, servizi di supporto alle imprese, 5,7%, attività immobiliari, +3,5%, e sanità e assistenza sociale, +3%.

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Le province italiane con più imprese femminili sono Avellino, 38,3%, Benevento, 37,2%, Frosinone, 37,1%, Grosseto, 36,4%, Isernia, 36,2%, la Spezia, 35,1%, Chieti, 35%. Le imprenditrici straniere rappresentano il 9,6%, la nazionalità preponderante è quella cinese, 30,2%, seguita da Romania, Marocco, Svizzera, Germania. Laura Boldrini, presidente della Camera dei deputati, presente ai lavori del convegno,ha sottolineato che l’Italia «rialzerà la testa se finalmente si capirà che la donna è il motore della ripresa».