Ci siamo quasi: la fattura elettronica tra imprese è quasi al debutto. L’esperienza che il Fisco ha maturato con la fatturazione elettronica verso la PA è ritenuta soddisfacente, si può adesso passare alla versione 2.0. Stando ai dati dell’Agenzia delle Entrate, in questi mesi sono stati scambiati più di 30 milioni di file fattura, provenienti da oltre 700.000 fornitori e diretti a 55.000 uffici di oltre 23.000 pubbliche amministrazioni. Il margine di errore in questi mesi si è andato via via riducendo, fino ad attestarsi ad una percentuale inferiore al 5%. L’adozione della fatturazione elettronica sarà conveniente per le imprese. Ma anche il Fisco ne trarrà una grande opportunità.
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La crescita, probabilmente oltre il miliardo di documenti, sarà inevitabile visto che a breve la fatturazione elettronica sarà aperta ai rapporti commerciali dei privati. Imprese grandi e piccole potranno scegliere (attenzione, non è un obbligo) di adottare il format della fattura elettronica. In cambio di piccoli (ma notevoli) vantaggi: niente spesometro, comunicazioni black list, modelli Intra. Inoltre rimborsi Iva entro tre mesi dalla richiesta e riduzione di un anno dei termini di accertamento. Ma non solo. Le imprese avranno modo di utilizzare un software messo a loro disposizione gratuitamente grazie al quale potranno generare, inviare e conservare le fatture in formato elettronico. Quanto alla conservazione, inoltre, stop ai grandi archivi cartacei nei quali catalogare le copie delle fatture tradizionali.
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Agevolazioni e semplificazioni potrebbero essere, quindi, il pretesto per adottare la fatturazione elettronica. Ed esaudire i desideri del Fisco. In effetti l’Agenzia delle Entrate non vuole altro che fare aderire alla fatturazione elettronica il maggior numero di imprese. E il motivo è semplice: costruire un grandissimo database contenente le transazioni di tutti i rapporti commerciali dei privati al fine di essere supportata nell’attività di accertamento. Pensate a quante informazioni sarà in grado di ottenere l’Agenzia delle Entrate semplicemente incrociando i dati finanziari, dei quali è già in possesso, con quelli relativi alle fatture emesse. Insomma, una strategia win-win, dove vince indubbiamente il Fisco ma anche le aziende ne hanno il loro guadagno. O almeno così credono.