Imprese italiane, marketing e nuovi media: su questa complessa relazione si è discusso ieri a Milano nel corso del convegno Orientarsi nell’era digitale, VI Giornata della comunicazione d’impresa organizzata dall’associazione degli imprenditori di Assolombarda.
Analizzando sul piano tecnico e strategico le opportunità offerte dagli strumenti digitali per promuovere la propria azienda in Rete e interagire con utenti e clienti, numerosi manager di altrettante aziende – che sul Web sono riuscite a imporsi con un modello di business vincente – hanno fatto il punto della situazione sul mercato italiano.
Dai casi studio e dalle valutazioni degli esperti, l’imperativo emerso per tutti è stato: “investire“.
Secondo Lorenzo Montagna, sales director di Yahoo!Italia, i nuovi paradigmi della comunicazione aziendale impongono oggi una visione strategica flessibile, ma per le aziende italiane non sembra essere scontato: prevale ancora un atteggiamento “attendista”, nonostante i dati positivi diffusi proprio in questi giorni dallo IAB: nel 2007 le aziende hanno investito 680 mln di euro in comunicazione digitale (+39%).
Eppure, «siamo gli ultimi rispetto a paesi come Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Spagna in materia di investimenti nella strategia di comunicazione digitale», ha sottolineato Paolo Duranti, managing director Nielsen Media Research.
Quali sono allora le strategie che oggi meglio rispondono ai requisiti di un mercato della comunicazione sempre più digitale? Direct marketing e web marketing, secondo Massimo Fubini, amministratore delegato di Tomato Interactive.
Ciò che manca in Italia, secondo gli esperti e i manager IT, non sono le tecnologie ma la cultura d’impresa digitale. Come ovviare? Studiando come si è evoluto il rapporto consumatore-imprese e consumatore-media, conquistando gli utenti sul loro campo, ossia con il social advertising e sfruttando i nuovi canali interattivi come You Tube o Skype.