I lavoratori italiani hanno meno turni notturni rispetto ai colleghi europei, ma lavorano di più nei week end: i dati sono elaborati dalla CGIA di Mestre, che propone un confronto europeo su lavoro notturno e nel fine settimana. In Italia, il lavoro notturno riguarda il 13,1% dei dipendenti, contro una media europea del 19,1%, che sale sopra il 20% in alcuni paesi, come Francia e Gran Bretagna. Fra i motivi, il fatto che i turni di notte sono particolarmente utilizzati dalle grandi imprese industriali che non fermano mai gli impianti, mentre il tessuto produttivo italiano è caratterizzato da un alto numero di PMI. Per contro, la vocazione turistica e il settore del commercio trainano la media italiana di lavoratori che lavorano almeno una volta al mese nel fine settimana, pari al 58%, contro una media europea del 53,7%.
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Lavoro notturno
Interessa tradizionalmente i grandi impianti produttivi, e determinate professioni (giornalisti, medici, trasporti, vigilanza e forze dell’ordine, bar e ristoranti). Fra gli artigiani, panettieri, pasticceri, autotrasportatori,taxisti, autonoleggiatori con conducente, bus operator, produttori – venditori di cibi da strada, imprese di pulizia. Come detto, in Italia l’incidenza del lavoro notturno è al 13,1%, contro il 16,4% della Germania, il 21,7% del Regno Unito, il 21,9% della Spagna, il 22,5% della Francia.
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«La ragione di un’incidenza percentuale così bassa – spiega Paolo Zabeo, il coordinatore dell’Ufficio studi CGIA Mestre – va ricercata nella dimensione media molto contenuta delle nostre aziende. Ricordo che in Italia il 98% delle imprese ha meno di 20 addetti e in queste piccole aziende trova lavoro oltre il 60% del totale degli occupati nel settore privato. Nel manifatturiero, ad esempio, solo nelle medie e grandi imprese è possibile organizzare l’attività produttiva a ciclo continuo, nelle micro imprese, invece, questo è estremamente difficile». Si può aggiungere, a sostegno di questa rilfessione, che anche la Germania, insieme all’Italia il paese europeo con la più alta percentuale di PMI della manifattura, ha percentuali più basse di altri partner europei.
Lavoro nei week end
Qui invece il discorso cambia, e l’Italia è fra i paesi con il maggior numero di lavoratori impiegati almeno una volta al mese nel week end: 58%, seconda solo al Regno Unito, al 58,9%. I dati sugli altri paesi: il 48.3% della Germania, il 50,1% della Francia, il 55,9% della Spagna. Questo risultato, prosegue Zabeo, dipendente dal fatto che «siamo un paese ad alta vocazione turistica, che coinvolge le località montane e quelle balneari, le grandi città, i piccoli paesi».L’apertura domenicale delle attività turistico-ricettive traina settori collegati, come l’agroalimentare, la ristorazione, i traporti, i servizi alla persona, la manutenzione.