Le tecnologie digitali stanno rendendo obsoleto il sistema di rilevazione Auditel nel settore televisivo. Parliamo di un settore che, in termini di raccolta pubblicitaria, vale ben 4 miliardi di euro l’anno. Ma da cosa dipende la minor efficacia dei sistemi di rilevamento tradizionali? Soprattutto dal cambiamento nelle abitudini di fruizione dei telespettatori: se una volta la famiglia tipo guardava la TV in salotto, oggi con l’avvento di smartphone e tablet, le persone tendono a consumare i contenuti multimediali su più schermi, in luoghi diversi e in mobilità.
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Negli USA, la quantità di minuti trascorsi davanti a tablet e smartphone ha già superato quelli che l’americano medio trascorre davanti al televisore. E’ vero che le abitudini sono dure a morire, ma questa tendenza sembra destinata a crescere nei prossimi anni, e sta mettendo in crisi i sistemi di rilevazione dati. Un problema non da poco, perché molti inserzionisti, centri media e agenzie, acquistano spazi pubblicitari anche in relazione ai dati d’ascolto della TV. Nielsen, GFk e Ipsos, le tre maggiori società che si occupano di indagare i comportamenti e le abitudini di consumo mediale delle persone, si stanno già “attrezzando” per ottenere delle rilevazioni più puntuali.
Come il soundmatching: si tratta di un sistema di rilevazione che utilizza un hardware o un orologio, per inviare impronte sonore catturate nell’ambiente in cui avviene la fruizione. Le impronte poi vengono ricevute da un server in grado di riconoscere i contenuti del programma. Un’altra modalità di rilevazione si basa sullo smartphone dell’utente, anche se questa soluzione è ancora allo stadio pionieristico, perché consuma molta batteria ed è limitata sull’iPhone. Oggi più di ieri, pubblicare , rappresenta un’attività di fondamentale importanza nella filiera della comunicazione. E se cambiano i media, allora anche le metodologie e tecniche di rilevazione, devono adattarsi al cambiamento.