Digital Made in Italy: il libro bianco

di Barbara Weisz

Pubblicato 22 Dicembre 2015
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:38

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Avvicinare il mondo delle PMI a quello delle start-up: è una delle leve per la crescita individuate dal white paper di Digital Magics, che contiene otto proposte al Governo per dare nuovo vigore al sistema dell’innovazione in Italia attraverso il Digital Made in Italy.

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Creare le condizioni perché la piccola e media imprenditoria individui nelle start-up la via per innovarsi, attraverso l’esternalizzazione di servizi è un processo

«capace di ridurre significativamente i costi e favorire  l’accesso a conoscenze specialistiche, determinando un aumento della flessibilità aziendale»

Così si legge nel Libro Bianco, che individua le seguenti possibili vie di attuazione:

  • tax credit: ulteriori agevolazioni fiscali sugli imponibili IRPEF/IRES per l’outsourcing in open innovation (formazione e fornitura di servizi) rafforzando quanto previsto per le PMI Innovative dall’Investment Compact con l’inclusione nel credito d’imposta fino al 50% dei costi sostenuti per attività R&S anche mediante contratti di outsourcing .
  • Iniziativa locale: maggior offerta di servizi alle start up da parte di Camere di Commercio, Comuni, Regioni, e collaborazione con il privato. Esempio: collaborazione privati-camere di Commercio per mettere a disposizione delle startup spazi industriali inutilizzati. I Comuni potrebbero applicare agevolazioni fiscali, ad esempio in materia di IMU;
  • semplificazioni: esclusione dall’obbligo per le start up innovative del ‘visto di conformità’ per l’utilizzo in compensazione dei crediti IVA di importo superiore a 15mila euro. Esonero delle start up innovative dal pagamento dei diritti di segreteria connessi alla prima vidimazione dei libri sociali in Camera di Commercio (fino, per esempio, a 500/mille pagine). In generale, riduzione di tasse e oneri che porti ad avere una spesa fiscale per la fase di avvio dell’attività intorno ai 100 – 150 euro;
  • definizione di start up innovativa: estendere la definizione di start up innovativa, che attualmente include le start up contraddistinte da un alto valore tecnologico, anche alle start up che offrono servizi relativi al “Digital Made in Italy” (definito anche Innovation Made in Italy). Si includerebbero cos’ nei benefici per le start up innovative aziende operanti in settori tecnologicamente maturi, ma che portano un’innovazione (di natura digitale) in termini di aggregazione della filiera, o della distribuzione, della gestione dei processi interni;
  • credito d’imposta ricerca e sviluppo: rendere strutturale la misura prevista dalla Legge di Stabilità 2015 sul credito d’imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo.