Nei primi sette mesi del 2015 secondo le rivelazioni effettuate da Nielsen, la raccolta pubblicitaria è calata del 2,7%. E la flessione ha colpito quasi tutti i media.
Vediamo nel dettaglio cosa è accaduto:
- Quotidiani: variazione negativa -8,4%
- Periodici: continua la crisi della carta stampata – 2,8%
- Tv: anche lei in calo – 3,2%
- Internet: anche questo settore in calo -2,6%
- Radio: un media davvero intramontabile + 9,1%
- Altri mezzi + 1,8%
Rispetto allo stesso periodo (gennaio-luglio) del 2014 si è passati da una raccolta di 3.721.255 a 3.620.120 €. Ma è noto che in tempi di crisi, le aziende tendono a tagliare la parte del budget dedicata alla comunicazione, per fare fronte ad altre priorità. Eccezione fatta per la radio. La “nonna dei media” va infatti in controtendenza: grazie alla facilità di fruizione, alla possibilità di raggiungere target circoscritti e differenziati, e prezzi sostenibili appare un investimento più sicuro per i piccoli e grandi inserzionisti. Anche Internet, nonostante la potenza di fuoco dei due giganti Google e Facebook, ha registrato una contrazione del fatturato pubblicitario. Ma questo dato non sembra mettere in discussione il trend di crescita della pubblicità su Internet, che rimane il settore strategicamente più interessante per conquistare nuovi clienti. In questa fase macro-economica di potenziale inversione del trend negativo dell’economica italiana, è meglio essere cauti, e bilanciare i budget per l’advertising tra vecchi e nuovi media. La radio prima fra tutti ci suggeriscono i dati.