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Anomalie su plusvalenze: in arrivo gli alert del Fisco

di Nicola Santangelo

11 Giugno 2015 13:00

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L’Agenzia delle Entrate ha scelto di informare personalmente i contribuenti che presentano anomalie da plusvalenze. In questo modo tenta di agevolare le imprese che intendono regolarizzare la propria posizione sfruttando l’istituto del ravvedimento. Con un alert, un messaggio di posta elettronica certificata, il Fisco offrirà l’opportunità ai contribuenti di spiegare eventuali anomalie o di ravvedersi beneficiando di sanzioni ridotte.

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Un messaggio PEC da parte del Fisco. Un alert, stando a quanto riportato nel comunicato stampa dello scorso 26 maggio. Destinatari saranno i titolari di redditi d’impresa che hanno optato per la rateizzazione delle plusvalenze e delle sopravvenienze attive (in relazione alle quali hanno optato per la tassazione in quote costanti fino ad un massimo di cinque esercizi) e che presentano nella dichiarazione dei redditi eventuali anomalie. In questo modo viene offerta al contribuente l’opportunità di rimediare per tempo ai propri errori beneficiando, in questo modo, della riduzione delle sanzioni prevista dal ravvedimento operoso come disciplinato dal comma 637 dell’articolo 1 della Legge 190/2014. Diversamente potranno essere fornite all’Agenzia delle Entrate le giustificazioni a supporto dell’anomalia riscontrata.

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Una volta ricevuta la comunicazione i contribuenti potranno, quindi, regolarizzare errori od omissioni eventualmente commesse pagando le sanzioni ridotte. Ciò sarà possibile, come previsto dalla Legge di Stabilità 2015, anche quando la violazione è già stata constatata o sono iniziati accessi, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento, delle quali gli interessati hanno avuto formale conoscenza. Nel dettaglio, quando l’Agenzia delle Entrate individua situazioni anomale in merito all’indicazione in dichiarazione delle quote costanti di plusvalenze o sopravvenienze attive, trasmette l’informativa tramite posta elettronica certificata ovvero a mezzo posta ordinaria nel caso di indirizzo PEC non attivo o non registrato nell’Indice Nazionale degli Indirizzi di Posta Elettronica Certificata (Ini-pec). Il contribuente può richiedere maggiori informazioni o segnalare eventuali elementi, fatti e circostanze non conosciuti dall’Agenzia delle Entrate inviando una e-mail agli indirizzi di posta elettronica indicati nella comunicazione stessa.