Bisogna trovare mezzi alternativi per finanziare le PMI europee con crediti a lungo termine, visto che le banche, in questo momento, sono troppo concentrate sul risanamento della loro attività. Lo sostiene il Fondo monetario internazionale in un documento in cui mette in evidenza il ruolo determinante delle piccole e medie imprese per la ripresa economica dell’Unione europea.
Alcuni dati ne dimostrano l’importanza strategica : in Europa 99 aziende su 100 sono pmi, che rappresentano inoltre 2 dipendenti su 3 e 58 centesimi per ogni euro di valore aggiunto nei settori industri, servizi, costruzioni e commercio. In paesi come l’Italia, il Portogallo e la Spagna questi valori sono ancora più elevati.
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Dall’inizio della crisi finanziaria, le pmi europee hanno dovuto affrontare una stretta creditizia. La dipendenza delle aziende UE dalle banche è molto alta: i prestiti bancari rappresentano l’80% dei debiti. Inoltre,per le pmi i crediti concessi hanno tassi di interesse in media più elevati. Secondo il Fmi, fonti di finanziamento più diversificate potrebbero garantire meglio le pmi in tempi normali e fornire strumenti di resistenza nei momenti più difficili di shock economico. In particolare, bisognorebbe limitare la dipendenza della piccole e medie imprese dal settore bancario e favorire accesso al credito con cartolarizzazione che potrebbe mobilitare finanziamenti supplementari.