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Azienda, impresa e ditta: il ruolo dell’imprenditore

di Nicola Santangelo

Pubblicato 30 Ottobre 2014
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:36

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Un imprenditore può essere definito tale quando ha avviato un’attività economica, l’ha organizzata con un insieme di persone e di beni ed esercita l’attività d’impresa in forma abituale e prevalente. Anche se si tende a considerare sinonimi i termini impresa, azienda e ditta, ognuno ha un significato preciso: è impresa l’attività svolta dall’imprenditore; è azienda il complesso di beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio della sua attività; è ditta la denominazione con cui si esercita l’impresa.

Per esercitare l’attività, l’imprenditore si avvale di un’organizzazione definita: risorse umane, beni, rapporti contrattuali con clienti e fornitori e così via. Tale organizzazione prende nome di azienda. La capacità che ha questa organizzazione di produrre reddito si chiama avviamento e, solitamente, è un valore superiore alla somma del valore dei singoli cespiti che compongono l’azienda. Affinché vi sia impresa devono ricorrere le seguenti condizioni:

  • l’esercizio di una attività economica diretta alla produzione o allo scambio di beni e di servizi e, pertanto, finalizzata a produrre ricchezza attraverso la produzione di beni o la prestazione di servizi;
  • l’organizzazione dell’attività;
  • l’esercizio abituale e prevalente di una specifica attività. Ciò non vuol dire che l’attività debba essere esercitata ininterrottamente. Si pensi, ad esempio, ad una attività stagionale. Se questa viene esercitata in maniera organizzata ed è finalizzata alla produzione o allo scambio di beni e servizi, può intendersi attività d’impresa.