L’Italia è il paese con il più basso tasso di fedeltà verso il datore di lavoro. E’ quanto rileva il Kelly Global Workforce Index(KGWI), indagine annuale che ha raccolto l’opinione di circa 230mila soggetti. Si tratta di una ricerca ampia con un primo capitolo dedicato al tema “Entrare in contatto con candidati attivi e passivi” in cui si esaminano il processo di ricerca di un lavoro dal punto di vista del candidato.
Molti mostrano una crescente disaffezione verso il proprio lavoro che condiziona performance e produttività. Nel complesso, meno di 1/3 dei dipendenti si sente completamente legato al datore di lavoro. I più infedeli, in assoluto, sono gli Italiani, seguiti da Ungheresi e Portoghesi. I lavoratori italiani, del resto, sono quelli che si sentono meno valorizzati sul posto di lavoro. I più fedeli sono Danesi, Norvegesi, Indiani e Indonesiani.
Globalmente, il 61% degli intervistati dichiara di voler cercare un nuovo lavoro nel prossimo anno, cifra che in Italia schizza all’84%. Per cercarlo, social media e siti web specializzati diventano sempre più strategici mentre l’uso di CV digitali rappresenta la norma. Inoltre, molte imprese per il recruiting e per attrarre nuovi talenti utilizzano il metodo della creazione di apposite community online.