E’ crisi tra Facebook e inserzionisti. Come riporta sul blog di Nate Elliott, analista di Forrester, ormai le aziende e le agenzie di pubblicità criticano apertamente il social network lamentandosi degli scarsi risultati ottenuti dagli investimenti pubblicitari.
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Lo scontento si indirizza verso le modifiche apportate da Facebook che hanno ridotto l’efficacia dei post inseriti sulle pagine dei marchi. I dati dimostrano che è bassa la percentuale di lettura di questo contenuto da parte degli utenti fan dei brand.
Il problema nasce nel momento in cui un iscritto a Facebook ha in media 1.500 post sul Newsfeed ogni giorno. Questi contenuti non vengono visualizzati in ordine cronologico ma, in base ad un algoritmo, quelli con più commenti e like vengono privelegiati sugli altri. Così un gran numero di post non vengono visti da molti utenti. L’unico modo per avere maggiore evidenza sarebbe quello di pagare per promuoversi con i propri post o comprare la pubblicità. E’ proprio questo che alle agenzie di marketing non va giù. L’aspetto social, insomma, entra in conflitto con il business.
Una ricerca di Ogilvy parla di un risicato 6% di appassionati dei marchi ma per pagine con 500.000 iscritti questa cifra scende al 2%. Queste percentuali sono andate via via scemando negli ultimi mesi. In un post pubblicato nell’ottobre 2013 lo stesso Nate Elliott aveva indicato una percentuale del 16% di utenti.
Davanti a questi numeri fallimentari le imprese cominciano a pensare che puntare sul Facebook per avere un ritorno di impatto non è più conveniente. (Fonte: blog di Nate Elliott)